10 ottobre 2008

Rancore repubblicano

La politica non è il tema del giorno. Wall street sta recuperando terreno dopo uno scivolone mattutino. Ma l'indice Dow jones resta molto sotto quota 10mila. Il panico si impossessa a ondate della Borsa, ma non dura a lungo. Si scivola senza precipitare. Il prossimo appuntamento cruciale è l'incontro della Banca mondiale a Washington, poi verrà il G8 straordinario. Volendo parlare di politica, il tema del giorno è il rancore della base del partito repubblicano ai comizi di McCain. I sostenitori del Grand Old Party non riescono a far pace con l'idea di subire una sconfitta e pensano sia giunta l'ora di tirare fuori le lame. Basta attacchi con i fiori, è ora di riprovare Barack Osama, scomodare il reverendo Wright ed evocare il socialismo. Le riprese di un comizio di McCain e Palin in Wisconsin girano sulle televisioni all-news da due giorni. McCain ricorda ai simpatizzanti repubblicani che Obama è un "prodotto della macchina politica di Chicago", ricorda che con i suoi "co-conspiratori" del Congresso è tra i responsabili della crisi finanziaria, ricorda che Obama non dice la verità sui suoi rapporti con l'ex weatherman Bill Ayers. Ci sono le accuse negli interventi dal pubblico. Obama è un terrorista!, Un maledetto bugiardo, stiamo per consegnare l'America ad un socialista! Così almeno urla un uomo "pazzo di rabbia" per il successo della campagna di Obama, "quando avete gente come Obama, Nancy Pelosi e il resto dei teppisti a comandare il Paese è giunto il momento di farsi fare una perizia psichiatrica". Qui il servizio Cnn con un'ampia sintesi del comizio del giorno. Il teatro non sembra allestito da McCain, costretto a oscillare tra una base che non gli somiglia e corteggiare l'elettorato moderato e indipendente che solo lui nel suo partito avrebbe le carte per attrarre. Una prova difficile da sostenere, come quella di dover prendere le distanze ma non troppo dalla presidenza Bush. Il rancore della platea, nota un lungo servizio di Politico sull'episodio è il segnale dell'odore di sconfitta che i repubblicani avvertono. In altre occasioni gli attacchi agli avversari sono scherzosi, li ridicolizzano. Non ieri.

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