Torna il Big Government. David Brooks del New York Times ragiona attorno al tema del deficit, supponendo che alla Casa bianca siederà Barack Obama. Vale veramente la pena seguire il ragionamento.
Il deficit nel 2009 dovrebbe essere attorno al 5% del prodotto interno lordo, se non di più, ed è ovviamente destinato a crescere attraverso 4 sentieri. 1) Dopo quello per Wall Street, arriverà il turno del bailout per l'economia reale (settore automobilistico, compagnie aeree ecc. ecc.); 2) varo di pacchetti della più varia natura per lo stimolo dei consumi; 3) intervento pubblico per investire in infrastrutture e sostegno a sviluppo e ricerca in determinati settori, come quello dell'energia pulita; 4) riduzione delle tasse per la middle class, come promesso da Obama.
Eventualmente, un 5 punto: la riforma del sistema sanitario nazionale. Quel 5% di deficit in rapporto al Pil è quindi destinato a crescere, anche a seconda di chi prevarrà in un'eventuale amministrazione democratica, i "liberal" o "i conservatori fiscali" alla Rubin (l'ex Segretario al Tesoro dell'Amministrazione Clinton). Per Brooks - che ovviamente vede la cosa con grande allarme - vincerebbero i "liberal", in quanto maggioranza tra i democratici del futuro Congresso; inoltre la drammaticità del momento li aiuterebbe nel tentare di affossare per sempre la cultura economica liberista/conservatrice.
14 ottobre 2008
Deficit o non deficit? La battaglia tra i democratici
Pubblicato da America2008 alle 15:11
Etichette: crisi economica, partito democratico
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