13 ottobre 2008

Hill&Bill a cavallo di Obama (e viceversa)



Non sembrava un comizio per il presidente Obama. C'era Joe Biden oggi a Scranton, certo, ma soprattutto c'era l'ex coppia reale. In fila, tra la gente diretta al palasport (campo da calcetto sintetico coperto, sono irlandesi da queste parti) non ci sono quasi neri o latinos. Tante magliette del sindacato, tante camicie a scacchi, tante spille Hillary sent me, la campagna messa su dalla senatrice per mostrare quanto pesa in certi Stati. La gente è qui per lei e lui, ma, a giuducare dalle chiacchiere fatte con un po' di gente, si è convinta a votare Obama. Non siamo nell'epicentro della crisi e nemmeno - a giudicare da Scranton, non abbiamo girato molto - in una città semi morta da deindustrializzazione come pure ce ne sono nel midwest e in alcuni Stati del Sud.
Cosa hanno detto i due? Semplice: andate a votare, fatelo per voi. America will rise from the ashes of the bushes (L'america risorgerà dalle ceneri dei Bush, che siginifica anche cespugli e quindi in inglese suona molto meglio, è una delle battute azzaccate). Bill parla del nipote e chiede alla platea "Che mondo gli lasciamo?". I due sanno parlare alla loro gente come pochi. Niente giovani, niente fighetti, niente diversità: questa è la vecchia America industriale che non sa bene dove andare ma si fida di Bill&Hill. Quando c'erano loro stavo meglio. Lo dice una signora sulla sessantina, che promette che andrà lo stesso a votare. Biden le è piaciuto. Da domani i Clinton batteranno Ohio, Florida e Virginia per il K.O. (una notazione personale, quanto suona strana la foto dei Clinton sul palco con la scritta Change?)

Nessun commento: