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27 luglio 2009

So long, Sarah...

Si è dimessa la donna che doveva salvare il partito repubblicano. Non è ancora ben chiaro perché, ma non è affatto detto che Sarh Palin sia pronta per un futuro politico di primo piano. Palin non è più governatore dell'Alaska, le alci hanno un brivido lungo la schiena. Ecco il video del discorso d'addio, nel quale Sarah distribuisce un poco di patriottismo sul grande Paese e se la prende con quei rompiballe dei media.
Deve essere per colpa dei media, che da quando ha annunciato di lasciare la carica di governatore, Palin è crollata nei consensi. Un futuro plausibile? Lo stesso dell'evangelico dalla battuta facile, Mike Huckabee, che conduce una trasmissione su Foxnews. Attenzione, però, Mike è spigliato e spiritoso. Palin, ogni volta che non l'hanno preparata, non ha funzionato molto bene.

22 luglio 2009

Curiosità estive (si fa per dire): astinenza sessuale, ghostboxes e Sarah Palin

1. Ricordate le politiche per l'astinenza sessuale finanziate da George W.? Un rapporto pubblicato in questi giorni rivela che con quelle al posto dei preservativi sono aumentate le malattie veneree, l'Aids tra gli adolescenti e le gravidanze giovanili. Effective!
Sarah Palin è nei guai, avrebbe preso soldi e regali e approfittato della sua posizione. Ogni giorno che passa appare più chiaro come mai, questa paladina della caccia e della famiglia, si sia dimessa. A proposito, chissà che la gravidanza della figlia (ricordate?) non sia il frutto delel politiche del presidente Bush.
2. Con la crisi aumentano i negozi che chiudono e con i quali non si sa più che fare. Ne parlava il Nyt riferendosi alla Grande mela, ne parla Associated press, in riferimento agli store nei sobborghi, che vengono chiamaiti ghosboxes, scatole fantasma e gli fa eco questo blogger del Texas.
3. La notizia di oggi è che gli automakers (Gm, Chrysler, etc.) taglieranno 3mila concessionarie. Altri 3mila ghostboxes. I monumenti industriali di Detroit hanno un loro fascino, ma questi scatoloni tutti uguali ai lati delle superstrade e di fianco ai benzinai e fast-food ai margini delle città fanno schifo anche pieni.

20 luglio 2009

Notiziario di mezza mattina: sondaggi, sanità, i cattivi repubblicani e l'economia

1. La riforma sanitaria resta lo scoglio politico più difficile per qualsiasi presidente democratico. Un sondaggio ABC/Washington Post rileva un vantaggio molto ampio sui repubblicani e una buona approval rating. Per la prima volta, Obama è sotto sul tema della riforma sanitaria. Naturalmente, qui sta il problema, c'è un pezzo di chi disapprova che ritiene che il presidente dovrebbe fare di più e un altro pezzo che ritiene che dovrebbe evitare di espandere il ruolo delle autorità federali e aumentare le spesa nel tentativo di allargare la copertura sanitaria. Qui il video di Obama che si rivolge ai cittadini per tentare di convincerli che la riforma va fatta, qui l'articolo di Ted Kennedy, il paladino della riforma per eccellenza, comparso su Newsweek. Il W. Post spiega che la strategia della Casa Bianca e mettere tutto il peso del presidente nella vicenda sanità. O la va o la spacca. Gli Obamas mettono il loro peso su una questione difficile - e sembrano essere un poco preoccupati.
2. I repubblicani non sono messi troppo bene nemmeno loro. Non hanno una strategia se non quella di sperare che tutto vada male agli avversari politici e sono a caccia disperata di figure di spicco (un paio si sono bruciate in questi mesi per robe di amanti). Non è una cattiva strategia, l'amministrazione Obama è in acque molto difficili. Come nota Kevin Drum, anche sulla sanità fare opposizione è complicato: o decidi che lasci lo Stato prendersi cure di alcune questioni o lasci le cose al libero mercato - escludendo dalla copertura sanitaria milioni di persone come avviene oggi. Il Grand Old Party deve però difendersi sul fronte dell'etica e della credibilità. C'è poi da ricordare il ruolo delle lobbies: qui Mother Jones parla di uno spot anti riforma nel quale compare un lobbista che, da dirigente di ospedale ha frodato il pubblico. Un classico, i cattivi in America sono cattivi per davvero.
Sarah Palin si sarebbe dimessa per problemi di parcelle agli avvocati ingaggiati per difenderla dalle accuse di aver gestito in maniera clientelare il potere. FIno a quando McCain non la arruolò come vice, Palin pagava con i soldi da governatore, poi ha dovuto pagare da sola (McCain ha un'etica di ferro, questo è poco ma sicuro). E adesso è la che fa il battitore libero poco credibile dell'Alaska. Ci possiamo sbagliare ma non sembra avere un futuro politico radioso. Peggio va a Dick Cheney. Su di lui aumenta la pressione, lo scandalo Cia cresce e la possibilità che finisca con l'essere coinvolto in un'inchiesta ufficiale sono sempre di più. La commissione della Camera sui servizi ha annunciato un'inchiesta sui piani segreti. Un editoriale di The Nation chiede a gran voce che si faccia luce sul piano per gli assassinii segreti della Cia occultato al Congresso.
3. L'economia e le banche. Robert Reich is mad as hell and it's no gonna take it anymore. Sul suo blog ripete che il fatto che le banche siano tornate ai profitti è grave e che la cosa non fa bene all'economia reale - a aumenta i rischi di ritorno alla finanza creativa. Ecco un bell'esempio pratico di quanto dice Reich in scala ridotta: venditori di subprime riconvertiti in venditori di ricontrattazione del mutuo. Quanto all'economia teorica, The Economist si chiede cosa è andato storto nella capacità di capire, anticipare, leggere la crisi. Un'analisi mezza condivisibile e mezza no. Il peggio si allontana e le bibbie del libero mercato provano a far quasi finta di niente? Non eravamo in un passaggio storico? E verso dove? Non è ancora chiaro a nessuno.

16 luglio 2009

La medicina per la Sanità (e il ritorno di Sarah Palin)

Ieri la commissione Help (sanità, educazione, lavoro, pensioni) del Senato ha varato la sua ipotesi di riforma sanitaria. La Camera ne ha una sua. Sono molti simili dal punto di vista del meccanismo per allargare la platea delle persone con il diritto alla salute (obbligo per i datori di lavoro, penale per chi non lo fa da usare per finanziare il meccanismo pubblico, assicurazione pubblica rivolta a individui e piccole imprese in competizione con quelle private per abbassare i prezzi). I due testi costano uguale ma divergono sul come si finanziano: quello del Senato è più moderato e prevede risparmi enormi - difficili da ottenere in quella misura - quello della camera prevede una tassa sulla ricchezza. Sopra i 280mila dollari si paga una tassa sulla quota di reddito eccedente (chi guadagna 290mila paga la tassa per la saluta solo su 10mila dollari). Ci sono tre fasce e tre aliquote, dall'1% al 5,4% per chi guadagna sopra un milione (che si vede tassato all'1% il reddito eccedente la prima fascia, al 2,qualcosa quello della seconda e al 5,4% per la terza). Si tratta di una tassa progressiva ma molto moderata: al massimo, l'ultra milionario, pagherà 9mila dollari l'anno. Obama vuole una legge entro le vacanze di agosto. Se ci riesce porta a casa metà vitoria nel midterm 2010.
Sarah Palin, che si è dimessa a sorpresa dalla carica di governatore dell'Alaska circa una settimana fa, torna a farsi sentire. Sulle dimissioni si è detto di tutto: dagli scandali che inseguono Palin alla volontà di diventare il cane da guardia del GOP, fare quella che ringhia e vedere se dura abbastanza da candidarsi al Senato o alle primarie e provare a diventare presidente (heaven help us). Per darsi un tono, Palin ha scritto questo articolo sul Washington Post nel quale spiega che l'energy bill fa schifo. La sua politica energetica la ricordiamo urlata nei comizi: drill, baby, drill, trapana, ragazzo, trapana. Funzionava come slogan col doppio senso ma non molto di più.

Per finire, Hillary Clinton ha dato questo discorso al Council on foreign relations. I maligni dicono che lo ha fatto per rimarcare che c'è anche lei. I buoni parlano di ottimo discorso di politica estera. Non abbiamo ancora fatto in tempo a leggerlo.

5 luglio 2009

Resta con noi, non ci lasciare

Avevamo imparato a conoscerla come pirotecnica candidata alla vicepresidenza per i repubblicani. La sua crassa ignoranza e le sue posizioni cripto-conservatrici ci si è erano scolpite nel cuore. Ci commuoviamo ancora pensando a quando disse che aveva una grande esperienza in politica estera perchè dalla sua casa si vedeva la Russia. Sarah Palin si è dimessa da governatrice dell'Alaska, o meglio ha annunciato che si dimetterà a fine mese. Ecco il testo del suo discorso, probabilmente scritto mentre si lavava i denti visto il grado di elaborazione non proprio eccelso. Quei cattivoni di Vanity Fair avevano fatto uno speciale su di lei in cui le gettavano la croce per la sconfitta repubblicana del 2008. Leggetevi il New York Times che racconta tutti i retroscena e i misteri di questa scelta: Sarah vuole forse candidarsi alle elezioni del 2012 e intanto le hanno commissionato un libro. Deve aver imparato dai leader del nostro centro-sinistra: se hai perso una volta perchè non provarci una seconda? E se hai fatto una brutta figura perchè non ergerti a maestra? Secondo Newsweek la corsa per il 2012 è già iniziata. Di sicuro ci sarà da divertirsi.

1 novembre 2008

poverina

Le mancava solo questo. Sarah Palin è stata raggiunta al telefono da due noti comici canadesi, che sono riusciti a fingersi niente meno che il presidente francese Nicolas Sarkozy. Uno dei due parla in inglese con un accento francese grottesco e poi confessa alla Palin che anche lui ama la caccia; lei dice che dovrebbero cacciare assieme, e lui risponde: "basta non portare Dick Cheney!". E lei se la ride: parecchi momenti grotteschi, da sentire assolutamente. Qui la notizia sul New York Times e qui l'audio della telefonata.

20 ottobre 2008

The making of Sarah Palin

Come mai McCain ha scelto Palin? E' una domanda importante, perché dice qualcosa di come si pensa il candidato e cosa vuol essere il partito repubblicano. E anche sul personaggio candidato alla vicepresidenza. Ecco un lungo pezzo del New Yorker
che racconta come McCain è arrivato alla scelta. Tra le notizie quella che diversi circoli di destra hanno lavorato a questo risultato, testato il terreno nei mesi passati, andando in visita in Alaska, spinto per questa scelta attraverso dei blog. Il tentativo è quello di pescare qualcuno di diverso dai Good Old Boys di Washington e con le credenziali necessarie a motivare la destra religiosa. L'incaricato principale della ricerca di un vice, Adam Brackley, ha cominciato il suo lavoro nel 2007. Cercava una donna (allora l'avversario avrebbe dovuto essere Hillary Clinton) e con internet scoprì quanti siti di destra, quanti host radiofonici, parlassero bene del governatore dell'Alaska. Poi venne organizzato un viaggio di perlustrazione al quale presero parte William Kristol del Weekly standard, la rivista della destra repubblicana, un anchorman di Fox news e altri ancora. Questo è l'inizio della storia, chi ha tempo, può contiuare a leggere. Le sorprese, nella politica americana, non sono mai come sembrano, Palin non è uscita come un coniglio dal cappello di McCain.

11 ottobre 2008

Storie di paese: abuso di potere di Palin, tegole sulla testa di McCain

Quando hanno scelto Sarah Palin come candidata alla vicepresidenza non hanno studiato abbastanza il suo curriculum. E' una cosa che si fa, la politica americana tende a punire gli errori del passato (almeno quando si è candidati alla presidenza). La notizia che la commissione d'inchiesta dell'Assemblea dell'Alaska ha deciso che il pit-bull con il rossetto ha abusato di potere nel premere per il licenziamento del capo della polizia. Monegan, così si chiama, era stato licenziato, per contrasti su questioni di bilancio. Questa almeno la versione ufficiale, lui ha sempre sostenuto di essere stato vittima di una disputa interna alla famiglia e di pressioni indirette da parte del marito Todd e di altri collaboratori per spingerlo a licenziare un agente di polizia, Mike Wooten, ex marito dalla sorella della governatrice con la quale litigava per la custodia dei figli. Palin poteva licenziare Monegan, non ha abusato in quello, ma nel premere perché “crea conflitti di interesse tra i subordinati messi nella condizione di entrare in contrasto con i superiori o fare ciò che dovrebbero" (così più o meno recita il rapporto). L'Alaska è piccola, la gente mormora.
Il guaio per McCain è che la vicenda è cominciata prima della sua scelta. Ovvero, ha scelto d'istinto e non con giudizio. E' l'ultima tegola? Forse no, l'economia si mangia i titoli di giornale e la campagna McCain ha scelto di non collaborare con l'inchiesta dal momento in cui Palin è stata candidata. La risposta sta in un memo della campagan McCain che smonta il rapporto che sostiene essere un prodotto di sostenitori di Obama.

3 ottobre 2008

Il dibattito no

E invece sì, l'unico dibattito tra vicepresidenti ha avuto luogo, è stato più frizzante (giusto un po') di quello mortifero tra McCain e Obama ed è raccontato in From the Field di Valentina Pasquali. La notizia: la Palin non ha combinato disastri. Certamente un ottimo curriculum per diventare il vicepresidente.

2 ottobre 2008

CHE IMBARAZZO, DA SENTIRSI MALE PER LEI (e questa notte se la vede con Biden)

E' già un must. La Palin parla della Roe vs. Wade, la sentenza della Corte Suprema che garantisce l'interruzione di gravidanza negli Usa. L'intervistatrice Katie Couric le chiede, due volte, a quali altre sentenze della Corte Suprema si oppone. Semplicemente non ne ricorda altre (e accidenti se sono importanti queste sentenze negli Stati uniti), si arrampica sugli specchi come se pensasse "mannaggia, m'ha fatto la domanda che non ho studiato, però il programma lo sapevo quasi tutto!". Si vede che è in difficoltà perché la professoressa l'ha beccata: chissà, magari al prossimo appello.. Vincesse John McCain, God Save McCain: speriamo non si prenda neanche un raffreddore.

12 settembre 2008

Il mondo di Sarah Palin

"Non dobbiamo pregare perchè Dio sia al nostro fianco, dobbiamo pregare perchè noi siamo al fianco di Dio". E' tutto da guardare il pezzo dell'intervista di Sarah Palin all'ABC sul ruolo del Divino negli affari internazionali. Leggendo il resoconto complessivo dell'intervista che fa il Los Angeles Times viene fuori un quadro più completo. Primo, Bush ha fatto degli errori di gestione ma ora lei e John (McCain) proseguiranno la stessa guerra con maggiore efficacia. Poi quando le chiedono se è d'accordo con la dottrina Bush (la guerra preventiva) rimane perplessa e sembra non capire di cosa si sta parlando. Secondo, se Israele attacca l'Iran gli USA non dovrebbero intervenire. Terzo, bisogna allargare la NATO a Georgia e Ucraina e se la Russia le attacca stare al loro fianco. Non è detto che Sarah Palin sia destinata ad avere un ruolo rilevante in un'amministrazione McCain, ma le sue affermazioni rispecchiano quello che molti advisor repubblicani confessano di pensare in privato, e a volte in pubblico. Sempre sul Los Angeles Times, una rassegna dei temi legati alla guerra al terrorismo dove i due candidati concordano: sono parecchi. La lotta tra il mainstream realista e gli "estremisti" di entrambe le parti sarà il tema della prossima presidenza, chiunque vinca. Non molto diverso dal passato.

6 settembre 2008

Il trash corre sulla rete

Questa foto circola da qualche giorno. Il fatto di averla ricevuta già tre volte, dimostra che con la scelta di Sarah Palin, McCain ha toccato un nervo scoperto.

5 settembre 2008

Retorica marziale e cambiamento, the Mack prende le distanze dal partito


Niente cattiverie nella nottata di Saint Paul. Non è roba per McCain. Ma un po' di furbizia sì. In un discorso molto retorico e indovinato, McCain completa il lavoro fatto dai suoi il giorno prima. Lui è il maverick, il cane sciolto. Il suo partito fa schifo? Otto anni di Bush sono un disastro? Che problema c'è? Il senatore dell'Arizona porterà il cambiamento a Washington, caccierà le lobbies, governerà a prescindere dalle appartenenze di partito e, naturalmente, difenderà la primazia degli Stati Uniti d'America.
"Il partito di Reagan e Roosevelt (Theodore), torna alle origini", ha detto, dopo aver criticato implicitamente i suoi. Con chi oltre a lui, che, e questo è un dato incontrovertibile, ha lavorato in maniera indipendente, spesso meglio con gli avversari che con i suoi? Qui in Minnesota non si sono viste facce nuove tranne una, quella della vice Palin, che non ha niente di nuovo, ma rappresenta anzi la parte peggiore della coalizione che sostiene il Grand Old Party. Certo, McCain è uno che fa da solo, ma questo, da un punto di vista razionale e del governo di un Paese come gli Stati Uniti, non è tranquillizante. Un Paese non è una squadriglia di aerei.
E poi, di nuovo, sulla sua storia personale, bella e terribile, che però non rende McCain uno pronto per comandare più di quanto quella di Obama non renda adatto lui. Può servire però a parlare agli elettori, a farsi conoscere, anche se per quello c'è già stata una giornata intera.
Il messaggio di cambiamento non era all'origi
e della campagna McCain, che ha saputo però riprenderlo e renderlo digeribile alla sua base. Programmi? Poco o niente, sappiamo che la sua presidenza farà tornare grande gli US of A ma è evidente che nemmeno lui sa come: a un certo punto si è infilato in una spiega sul fatto che c'è la globalizzazione e ci sono le nuove tecnologie imbarazzante. Non è roba per lui. E non sarà Sarah Palin a spiegargliele. Cosa vuol fare se presidente? Centrali nucleari, meno tasse che creeranno benessere - tremate disoccupati dell'Ohio, ve lo raccontano da otto lunghi anni - trivellazioni ("we are going to do it and we are going to do it now"), botte sull'Iran, la Russia. E poi qualche attacco non scorretto a Obama, che però caratterizza come un liberal anni 70.
McCain sarà un osso duro. Anche i suoi strateghi sanno fare il loro lavoro e l'impressione dalla serata di ieri, non da stasera, è che Karl Rove o qualche suo adepto ci abbiano messo lo zampino. Ma non nel discorso di oggi. Quella sembra farina del sacco di McCain.

4 settembre 2008

Premiata macelleria repubblicana. La convention diventa trash ed esalta la platea

La figlia di Sarah Palin con il fidanzatino che si guardano nello schermo.. .“Amo' stamo in televisione", direbbe se fosse romana. La penultima figlia che si lecca la mano e ci pettina il più piccolo, quello down, naturalmente in bella mostra. E poi attacchi a quella fighetta di Obama e l'esaltazione della carriera della vice nel potere esecutivo. Il pubblico che grida drill baby drill, trivella, baby trivella. Rudy Giuliani, che teneva il keynote speech, in teoria la visione del partito, ha picchiato duro e spiegato che è l'ora di meno tasse e più lota al terrorismo. E che la guerra in Iraq è vinta. La serata fa spavento, tocca l corde più basse del pubblico e dell'elettorato americano. Due mavericks, due cittadini qualunque, tosti, rozzi, eroici o madri di famiglia, contro il laureato nella grande università che, “pensate, ha fatto il community organizer" ha sghignazzato Giuliani nel delirio.
Se gli americani scegliessero la strana coppia c'è da farsi venire i brividi. Questa è la pagina di Msnbc dove vengono caricati i video sei discorsi. Per ora ci sono solo Huckabee e Romney. Presto arriveranno Giuliani e Palin. Chi ha il tempo li guardi e ci pensi su.

Anticipazioni del discorso di Palin e degli altri

A quest'ora italiana non le leggerà nessuno, ma noi le carichiamo. Fa chic.
La guerra di Palin contro i media continua. Botte su chi la critica e disegno di un profilo da outsider, un po' alla Obama, ma agressiva e conservative. "Ho una notizia per giornalisti e commentatori - dirà tra un paio d'ore - non vado a Washington per cercare le loro buone opinioni, ma per servire la gente di questo paese". La Palin si raffigurerà come "una mamma nella media, che si è iscritta a partecipare ai consigli scolastici perchè voleva rendere migliore l'educazione pubblica dei miei figli". "Quando mi sono candidata per cariche pubbliche - dirà - non ho avuto bisogno di focus group e profili degli elettori, perchè conoscevo quegli elettori, e anche le loro famiglie". Fare il sindaco di un piccolo paese. ha aggiunto, facendo riferimento alla sua esperienza passata e a quella di Obama, "immagino sia un pò come fare 'l'organizzatore comunitario, tranne che hai responsabilità reali".
Prima, Mitt Romney avrà attaccato Michelle Obama, perché lui, dirà, è sempre stato "fiero del suo Paese come tutti voi" e Huckabee e Giuliani se la saranno presa con Barack Obama. Romney, ci vuole la faccia di bronzo abbronzata che ha lui, ha detto: "il budget è raddoppiato dagli anni 80. Voi che dite è una cosa liberal o conservatrice? Liberal (dal 1980 ci sono state due amministrazioni democratiche e cinque del GOP, le prime una cosa hanno fatto: rimettere a posto le finanze pubbliche). Ma lui, che di affari se ne intende, lo sa, E poi attachi pesanti al senatore avversario che "non ci avrebbe mai fatto vincere la guerra come stiamo facendo in Iraq".

3 settembre 2008

McCain alla guerra dei media (e ieri Thompson contro Obama)

Attacco ai media per salvare Sarah. La campagna di John McCain ha dichiarato guerra senza quartiere al Quarto Potere, tv e blog compresi, colpevoli di aver lanciato "una crociata" per distruggere la vice del ticket repubblicano Sarah Palin con "attacchi feroci e scurrili" sulla sua vita personale. Lo stesso McCain ha cancellato un'intervista con il decano della Cnn Larry King, furibondo per come era stato strapazzato dalla tv satellitare statunitense un suo giovane portavoce (c'è un post qui sotto sull'intervista). Fred Thompson, è saltato alla gola dei "pezzi grossi dei media e ai soloni di Washington" che la candidatura della Palin "ha gettato nel panico". E ha definito Obama un telepredicatore che scrive discorsi che piacciono ai critici europei dell'America. Oggi gli è venuto dietro, facendo il giro dei talk show, l'ex sindaco Rudy Giuliani a cui è stato affidato il discorso chiave, il keynote speech (altro bel sintomo di debolezza, Giuliani ha straperso le primarie). "Pensa veramente che il ticket può vincere se per due mesi prima del voto sta in guerra con loro?«, si chiede il blogger dell'Atlantic, Mike Ambinder. E lo stesso Larry J. Sabato, nella discussione di cui parliamo qua sotto, ha detto: "ricordatevelo, il candidato che attacca i media è quello che sta affogando". In America, forse, non in Italia.

31 agosto 2008

Il neoconservatore scontento della Palin

David Frum è l'inventore della locuzione "asse del male", che il presidente fece sua quando Frum lavorava come Special assistant e speechwriter del Presidente Bush. Oggi è uno scholar dell'American Enterprise Institute. Qui l'appunto sulla Palin apparso nel suo blog: non approva per nulla la scelta di McCain. E sostanzialmente fa sorgere il dubbio che l'abbiano scelta gli advisor, mica lui: "I'd guess that John McCain does not have a much better sense of who she is, what she believes, and the extent of her abilities". Possibile?

30 agosto 2008

Palin, la polvere si deposita, le analisi cambiano

Ecco un video di Michael Tomasky che sostiene che la scelta è insane, folle - queste grandi firme dal vivo sono sempre più impacciate e brutte che non nelle loro fotine su internet, tranne quelli di CNN, che probabilmente vanno a dormire con uno strato di cera in faccia. Ora, Tomasky è un sostenitore abbastanza chiaro di Obama, ma non è ingenuo. The Nation parla di scelta disperata. Non hanno tutti i torti, inesperta, con qualche scheletro nell'armadio, Palin sembra fatta apposta per farsi impallinare. Se sei forte e sicuro, non vai a tentoni in questo modo. Palin potrebbe anche risultare un colpo di genio, ma di quelli tentati per disperazione. Sempre dal GuardianAmerica, un ritratto di quello che viene definito The barracuda. Mother Jones dedica un ampio servizio a Feminists for life (?!?), l'organizzazione di cui Palin è membra. Certo è che con Palin e con l'inseguimento delle politiche di Bush, che sta abbracciando una ad una, quello McCain si presenta davvero come un ticket di destra. Rispetto a Bush-Cheney i ruoli sono invertiti (la religiosa è il vice, il falco è il presidente), ma il risultato probabilmente non cambia. Del resto, ancora un media britannico, politicamente piuttosto più a destra, l'Economist parla delle proposte del senatore dell'Arizona come di “politica estera da falco, tagli alle tasse irresponsabili e discussioni su aborto e religione. Sembra sempre di più il Bush III". Proprio quello che i democratici stanno cercando di far capire.