
21 ottobre 2009
Quasi accordo sull'Iran, quasi stallo sul processo di pace

Pubblicato da
mattia toaldo
alle
21:28
0
commenti
Etichette: iran, israele, lobby, Medio Oriente, palestina, politica estera
30 settembre 2009
Domani a tavola con l'Iran

Pubblicato da
mattia toaldo
alle
14:39
1 commenti
Etichette: coalizione conservatrice, iran, Medio Oriente, politica estera
23 settembre 2009
Un vertice (quasi) fallimentare

Pubblicato da
mattia toaldo
alle
08:18
0
commenti
Etichette: israele, Medio Oriente, palestina, politica estera
15 settembre 2009
L'occasione che si sta quasi sprecando

Pubblicato da
mattia toaldo
alle
15:02
0
commenti
Etichette: iran, israele, lobby, Medio Oriente
9 settembre 2009
Un altro fronte difficile: il Medio Oriente
Pubblicato da
mattia toaldo
alle
17:22
0
commenti
Etichette: Afghanistan, israele, Medio Oriente, palestina, politica estera
27 agosto 2009
Un mese di tempo per il processo di pace

Il tutto sarebbe parte di uno scambio con Netanyahu sulla politica iraniana: le concessioni sugli insediamenti sarebbero la contropartita per un nuovo giro di sanzioni più dure contro Teheran. Netanyahu sembra che si sia mostrato più aperto nella tappa londinese, parte del suo viaggio in Europa.
Sembra però la ricetta per il prossimo fallimento: Russia e Cina non aderiranno alle sanzioni contro l'Iran; Netanyahu non propone un vero blocco ma cerca di far passare la linea della necessità di avallare la "crescita naturale" degli insediamenti; i palestinesi non possono accettare, nell'anno elettorale, l'ennesimo "processo" che non porta mai alla pace. D'altronde anche Bush aveva promesso entro il 2005 lo stato palestinese, poi aveva spostato la scadenza al 2008. Forse a decidere veramente saranno i gesti sul terreno: il processo avviato da Fayyad e magari avallato dalla "nuova guardia" di Fatah da una parte, la costruzione degli insediamenti dall'altra. E in mezzo la politica mediorientale di Obama a pezzi.
Pubblicato da
mattia toaldo
alle
12:56
0
commenti
Etichette: israele, Medio Oriente, Obama, palestina, politica estera
24 agosto 2009
I grattacapi del Grande Medio Oriente
Pubblicato da
mattia toaldo
alle
13:55
0
commenti
Etichette: Afghanistan, amministrazione Obama, iran, iraq, israele, Medio Oriente
4 agosto 2009
E' estate, in Medio Oriente
Pubblicato da
mattia toaldo
alle
11:24
1 commenti
Etichette: Afghanistan, israele, Medio Oriente, Obama, palestina
27 luglio 2009
Riecco il G2
Non ci si fa in tempo a concentrare su una cosa - la riforma sanitaria, Pelosi ripete che proverà a farla passare - che boom, ci sono novità su altri fronti. Migliorano le relazioni tra Siria e Usa, con l'inviato Mitchell che chiede a Damasco di essere coinvolta appieno nei colloqui di pace per il Medio oriente (oggi è a Tel Aviv). E soprattutto, a Washington, Obama si incontra con il vicepremier cinese Wang Qishan. In due giorni si parlerà di tutto, dalla Corea nucleare, all'ambiente. Il centro, del quale magari non sapremo tutto e subito, sarà l'economia. Gli Usa sono vitali per l'export cinese e la Cina è essenziale per sostenere il debito americano e per rifornire i consumatori Usa di merci a buon mercato (che con la crisi sono più important che mai). Robert Reich, nel suo Supercapitalism ha dedicato un passaggio interessante al consumo cinese a poco prezzo. Obama, nel suo discorso, ha spiegato quanto importante sia la Cina per gli Usa in un mondo senza frontiere come il nostro e così avevano fatto, in un articolo congiunto, il Segretario al Tesoro Geithner e Hillary Clinton. Il primo parla correntemente cinese - come il segretario al commercio, Gary Locke, americano-cinese di terza generazione. Nel loro articolo, i due pezzi da novanta dell'amministrazione spiegano che rispondere alla crisi, al riscaldamento globale e pensare un ordine mondiale sicuro sono le priorità per i due giganti. Una parola....
Pubblicato da
America2008
alle
17:08
0
commenti
Etichette: cina, Clinton, geithner, Medio Oriente, politica estera
16 luglio 2009
La pista siriana
Pubblicato da
mattia toaldo
alle
11:12
0
commenti
Etichette: israele, Medio Oriente
3 luglio 2009
Un mese dopo il Cairo
Pubblicato da
mattia toaldo
alle
18:37
0
commenti
Etichette: Afghanistan, iran, Medio Oriente, Obama
7 giugno 2009
Il discorso di Obama e un'intervista in italiano
Qui il discorso di Obama in italiano e qui un'intervista a Olivier Roy, islamologo francese intervistato da Liberazione - c'è anche un'intervista a Gilles Kepel, ma per come è costruito il sito, è impossibile copiarla: a volte si è perdenti dentro...domani la carico.
Pubblicato da
America2008
alle
11:42
0
commenti
Etichette: cairo, Medio Oriente, Obama
5 giugno 2009
Obama al Cairo, the day after
Beh? Come è andato il discorso di Obama? Ecco un David Brooks dal Nyt che rimanda il tono delle parole usate da Obama allo stile della politica di Chicago, pragmatica più che altrove. Brooks è spesso critico, stavolta il discorso sembra essergli piaciuto. Dal Guardian, Ahdaf Soueif ci spiega perché l'aver messo al centro la fede (le fedi) sia, per una parte dell'auditorio - donne? giovani? laici? - una grande delusione. E' la più classica delle tensioni tra realismo e idealismo: dire in faccia tutto a tutti o non dire nulla? In fondo Obama ha detto qualcosa a molti, nominato dei problemi - il tema delle donne e quello della democrazia - in forma nuova per un leader ospite in un Paese dittatoriale. Politico ci spiega che il discorso era mirato anche a spuntare le armi di Osama, smontare alcuni luoghi comuni della retorica qaedista (la basi permanenti in Iraq e Afghanistan, ad esempio).
Qui un commento “tecnico", quello dell'ex ambasciatore in Siria e Israele Edward P. Djerejian dal council on foreign relations. E qua l'articolo di Tzipi Livni sul discorso. Una opinione furiosa? Quella di Krauthammer dal Post. L'idea sembra un po' Israele non si tocca: “L'America deve smettere di dare diktat, dice Obama - spiega il columnist - e allora perché non usa la stessa tecnica con Israele?". Abraham Yehoshua sulla Stampa, spiega invece che Obama è l'amico che lui vorrebbe al fianco. Uno che, quando fai degli errori, te lo dice. Noi siamo d'accordo con lui.
Pubblicato da
America2008
alle
17:49
0
commenti
Etichette: cairo, israele, Medio Oriente, Obama, politica estera
4 giugno 2009
Obama al Cairo
1. "Nel combattere l'estremismo violento l'Islam non è parte del problema - è una parte importante nella promozione della pace". Gli Stati Uniti vengono presentati come una nazione anche islamica. L'Islam viene reinterpretato come fonte di tolleranza e innovazione. Viene recuperata la storia dell'Andalusia e vengono citati i grandi paesi mussulmani che hanno eletto donne alla loro guida.
2. I palestinesi "soffrono umiliazioni quotidiane - grandi e piccole - causate dall'occupazione. Che non ci siano dubbi: la loro situazione è intollerabile: l'America non volterà le spalle alla legittima aspirazione dei palestinesi per la dignità, le opportunità e un proprio stato". E poi parole molto dure contro la sofferenza inflitta a Gaza e contro la colonizzazione accanto a quelle contro chi nega l'Olocausto e il diritto di Israele ad esistere.
3."Hamas ha il sostegno di alcuni palestinesi, ma anche delle responsabilità". Dopo il riconoscimento politico tuttavia vengono ripetute le solite condizioni che hanno bloccato il processo fino ad oggi. Hamas ha però finora reagito positivamente al discorso, giudicandolo un'apertura.
4. Sull'Iran si fa un importante gesto simbolico riconoscendo il ruolo Usa nel rovesciamento di un governo "democraticamente eletto", cioè quello di Mossadeq negli anni '50. La risposta al problema nucleare è il rafforzamento del regime non-proliferatorio per tutti e la possibilità di usare l'energia a scopi pacifici. Parole che potrebbero avere un impatto sulla campagna per le presidenziali iraniane.
5. "Le elezioni da sole non fanno la democrazia". Ma non solo: "Ogni nazione da vita a questo principio basandosi sulle sue tradizioni" e poi cita le democrazie asiatiche e quelle islamiche.
6. "La questione femminile non è solo un problema dell'Islam". Non è importante la lotta al velo, anzi. E' importante la lotta all'analfabetismo femminile. "Non penso che le donne debbano fare le stesse scelte degli uomini per essere uguali a loro".
7. Sulla globalizzazione:"in tutti i paesi - compreso il mio - questo cambiamento può portare paura. Paura che a causa della modernità perderemo il controllo delle nostre scelte economiche, e politiche ma soprattutto che perderemo il controllo della nostra identità".
In generale, accanto alla ripetizione di alcuni mantra (vedi il post qui sotto sul tema dell'Afghanistan e dell'Iraq) un discorso che non solo tende una mano al mondo islamico ma che esclude che l'occidente abbia il monopolio della modernità e che ridefinisce la modernità occidentale in chiave liberal. Obama infatti indica anche una serie di problemi aperti all'interno della stessa civiltà occidentale: primo fra tutti quello dell'emancipazione femminile. Infine, un discorso che può rimanere nella storia come tentativo molto ambizioso di usare l'opinione pubblica e la costruzione di consenso di massa come fattore di accellerazione della diplomazia. Parlare all'opinione pubblica mediorientale per convincere certi leader a saltare l'ostacolo. Anche qui, forse, Obama supera una volta per tutte il Novecento.
Pubblicato da
mattia toaldo
alle
15:05
0
commenti
Etichette: Medio Oriente
2 giugno 2009
L'Egitto e l'addio realistico ai diritti umani
Dopo la Cina - dove in questi giorni è stato il Segretario al Tesoro Geithner - la nuova tappa di un autorevole figura Usa all'estero sarà l'Egitto. Al cairo come a Pechino, difficilmente Obama potrà parlare di diritti umani. Il presidente Mubarak non è esattamente un campione e la giustificazione principale per le violazioni sistematiche è la forza dei Fratelli musulmani, gruppo fondamentalista non terroristico che se si votasse vincerebbe le elezioni a spasso. Il motivo? Corruzione dilagante, disincanto e una rete efficientissima di welfare. Proprio come Hizbullah, Hamas e Moqtada al Sadr in una parte dello sciismo iracheno. A differenza di questi gruppi, però, la fratellanza non è passata alla violenza terroristica (alcune sue frange si). L'Egtto, come tutto il mondo arabo, è insomma un difficile banco di prova: quanto dire sul tema della democrazia? E come? Tra un paio di giorni lo scopriremo. Intanto ecco un bellissimo commento di Alaa al Aswany, intellettuale egiziano di cui in molti avrete letto le interviste sui quotidiani italiani (era alla Fiera del libro di Torino). Aswany parla del paradosso del torturatore egiziano.
Pubblicato da
America2008
alle
20:08
0
commenti
Etichette: Medio Oriente, Obama, politica estera
Obama verso il Cairo. L'intervista a Bbcnews
Ecco il link al video dell'intervista concessa a Justin Webb di Bbc. Il presidente parla di mondo arabo, Iran e altre spine nel fianco.
Pubblicato da
America2008
alle
17:45
0
commenti
Etichette: iran, Medio Oriente, Obama, politica estera
1 giugno 2009
Sulla strada per il Cairo

Pubblicato da
mattia toaldo
alle
12:42
0
commenti
Etichette: Medio Oriente, politica estera
29 maggio 2009
E se il dialogo fallisse?
Pubblicato da
mattia toaldo
alle
09:05
0
commenti
Etichette: Medio Oriente, politica estera
28 maggio 2009
Su Israele una sola voce a Washington
Se Bibi Netanyahu contava di usare divisioni in seno all'amministrazione per svicolare dalla pressione alla quale il suo governo è sottoposto, forse ha sbagliato indirizzo. Stanotte italiana anche Hillary Clinton ha spiegato a Israele che le colonie vanno fermate. E' la prima volta da molto tempo che viene detto in maniera tanto chiara: la nostra posizione è che ci deve essere uno stop agli insediamenti. Non un qualce stop a qualche tipo di insediamenti, ma a tutti. Ma forse è solo un modo per aiutare Mahmoud Abbas, che di guai con Hamas ne ha parecchi ed è più debole che mai, che è atteso nella capitale Usa per una visita ufficiale.
Pubblicato da
America2008
alle
09:26
0
commenti
Etichette: Clinton, israele, Medio Oriente, politica estera
27 maggio 2009
La coppia che scoppia

Pubblicato da
mattia toaldo
alle
16:33
0
commenti
Etichette: Medio Oriente