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17 settembre 2009

Via lo scudo antimissile. Addio guerra fredda?

La Casa Bianca ha annunciato che non piazzerà le sue batterie anti missile in Repubblica Ceca e Polonia. La mossa si può interpretare in diversi modi, probabilmente tutti veri. Qui la conferenza stampa al Pentagono.
1. Il capo del Pentagono Gates sta rivedendo l'organizzazione delle forze armate Usa: meno armi fine di mondo, più contronsurrezione. Ecco che, in un anno di ristrettezze economiche, lo scudo perde di interesse.
2. Gli Usa hanno disperato bisogno di Mosca nella partita iraniana e un poco anche in Afghanistan. Dopo aver siglato il patto per la riduzione delle armi nucleari, ecco un nuovo segnale distensivo nei confronti del Cremlino.
3. Tra i due Paesi la tensione è sulla Georgia e Ossezia. Ecco che un inutile scudo ai confini dell'ex blocco sovietico non fa che aumentare la tensione nell'area senza essere utile a nulla (salvo voler tornare alla politica del riarmo in competizione con la Russia, ma non avrebbe senso per varie ragioni). A proposito di Georgia, per capire che il luogo è diventato importante a causa di oleodotti e gasdotti che ci passano, basta guardare i giornali economici. C'è una quantità enorme di pubblicità su i nuovi distretti industriali, i tax breaks, etc.
4. L'Europa, specie quella dell'est, non è più il centor del mondo: perché mettersi a fare a braccio di ferro in un punto inutile del pianeta? A questo proposito: chi sarà davvero scontento saranno i governi polacco e ceco, disperatamente alla ricerca di un protettore anti-russo e incapaci - non del tutto a torto - di scrollarsi di dosso l'idea che Mosca abbia comunque un'attitudine espansia verso le sue ex colonie.
La questione è desitnata a infuocare il dibattito sulla politica estera: i nostalgici della Guerra fredda e i conservatori faranno scintille. Pensate anche a chi è, in campo democratico a gestire la Georgia: il vecchio Biden.

7 aprile 2009

Gates taglia i sistemi d'arma. Guai con i lobbisti del Congresso

Robert Gates, Segretario alla Difesa degli ultimi mesi di Bush e, oggi, di Obama è un acceso sostenitore di una strategia militare diversa da quella che ha informato la guerra in Iraq. E quindi ripensa la spesa militare. Via l’F22 Raptor fighter, via i Future combat systems, e il Multiple kill vehicle, la nave Class destroyer e l’elicottero presidenziale. Colpiti e affondate la Lockheed, la Boeing, Northrop Grunman e General Dynamics.
E poi tagli all’uso indiscriminato di contractors e subcontractors, cresciuti fino al 39 per cento dal 2001 ad oggi. Gates prevede un ritorno al livello pre 11 settembre. Tagli per 39mila persone in cinque anni, una parte dei quali (20mila) verranno assunti direttamente dal Pentagono. Tra i tagli previsti c’è anche il nuovo elicottero presidenziale nel quale è impegnata anche AgustaWestland società di Finmeccanica.
I tagli di Gates si sono abbattuti anche su altri programmi, come lo scudo antimissile.
Le lobby affilano i denti e diversi congressisti autorevoli molto amici dell'industria aerospaziale hanno protestato - ad esempio il senatore Liebermann e il deputato Murtha, avversario della guerra in Iraq e campione assoluto del Pork barrel spending. Lo scontro sarà duro e qualcosa l'amministrazione si rimangerà. Gates ha dichiarato: «Tutti cominceranno a parlare di pericoli per il Paese causati dai tagli. Sono gli stessi che ci richiamano al rigore fiscale. E' questione di scelte». Oltre ai congressisti stipendiaiti dalle lobby protestano anche quei deputati e senatori che vengono da Stati particolarmente beneficiati in termin occupazionali da queste imprese. I tagli, ha spiegato Gates, sono anche investimenti in sistemi d’arma necessari a fare la guerra in Afghanistan. Niente pacifismo, ma tagli agli sprechi fatti per sovvenzionare l’apparato militare industriale.