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8 novembre 2008

Dopo la prima uscita

Sul sito del New Yorker un bel commento di George Packer: è ora che gli Obamas si mettano in testa che parlare con i media è bene, che controllare il messaggio nella maniera ossessiva in cui lo hanno fatto in questi mesi è male. Packer ha ragione, il livello di interlocuzione delle campagne presidenziali (e di quelle delle primarie) era basso: Biden ha tenuto una conferenza stampa, Palin nessuna. La stampa al seguito, affascinata dal candidato, era una legione di adoratori e gli altri non avevano granché accesso, specie dopo che la nomination è apparsa cosa fattibile. Chi scrive - che scrive per un giornale sfigato e straniero - ha avuto accesso a una sala stampa una volta sola. Conferenze stampa? Forget about it. Il problema non è il candidato ma il personale adorante. E' pericoloso, non fa bene al futuro presidente. Se la corte ti racconta che va tutto bene, non ti accorgi quando la luna di miele è finita.
Su The Nation, un'analisi di Nicolas Von Hoffman, la prima frase è, Obama distruggerà il partito democratico o questo distruggerà lui. Che vuol dire? Che i meccanismi di Washington triturano e che i giochi tra Congresso e Casa Bianca impediscono l'approvazione di riforme efficaci (spesso nelel leggi con un titolo x sono previste spese per titoli w, y, z). Von Hoffman suggerisce si andarci giù pesante e di usare la base che lo ha sostenuto come strumento contro il Congresso. Può essere un'opzione interessante, ma attenzione, la legione degli adoratori contro il Congresso è un rischio - salvo mettere in moto delle dinamiche organizzative diverse, tipo MoveOn, più staccate dalla campana stessa.

9 ottobre 2008

Back in the Usa. Qualche curiosità e una curiosità seria


Da oggi fino al giorno del giudizio (e oltre), oltre al solito lavoro di analisi e rassegna, cercheremo di fare i blogger veri...notizie, curiosità, chiacchiere con la gente e racconti. Eccone qualcuna: da ieri è negli scaffali un doppio albo a fumetti con le storie dei candidati. Roba forte, sobria, ben fatta. Memorabilia di prima grandezza. Tra le migliori di questi giorni c'è la maglietta “I'm Voting That One" o quella ThatOne 2008. E' una presa in giro di McCain, che durante il dibattito di mercoledì aveva detto: “Sapete chi ha votato per alzarvi le tasse? Quello la!", facendo riferimento all'avversario seduto su uno sgabello dietro di lui. La cosa ha fatto scalpore perché quello la non è carino da dirsi all'avversario politico durante un dibattito presidenziale, semmai lo fanno i vice nei comizi. Quanto alle cose serie, anche se vengono da Huffington Post che è serio ma non certo sobrio, la notizia è che Obama ha lo staff al lavoro per la presidenza: selezionare i segretari, lavorare alla transizione, eccetera. McCain non ci ha ancora pensato. Altra curiosità da Politico è che i democratici cominciano a fregarsi le mani per una possibile vittoria a valanga (qui accanto avete sempre un aggiornamento dello stato della corsa). Se fossi in loro terrei le mani in tasca fino al 5 novembre. A proposito di idiozie, ecco qua i giochini di Politico sui due vice, la cacciatrice e lo sparagaffes. Have fun.