Chi se la sta cavando meglio nell'attuale crisi economica? Meglio sentire l'opinione di uno dei pochi che l'avevano prevista come Roubini. Su Forbes fa un'analisi di una serie di paesi che se la stanno cavando e trae alcune conclusioni: va meglio quando c'era una precedente chiusura alla globalizzazione finanziaria, laddove la domanda interna aveva un ruolo più pronunciato e dove si sono messe in campo delle misure anticicliche sia sul piano fiscale che monetario. L'Italia ha la prima caratteristica ma manca totalmente delle ultime due. Per salvarsi nel lungo periodo, Roubini dice bisogna fare delle riforme strutturali che stimolino il consumo senza provocare nuovo indebitamento come negli anni passati.
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6 agosto 2009
Lezioni sulla crisi
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mattia toaldo
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Etichette: crisi economica, italia, Roubini
26 febbraio 2009
Perché Obama dovrebbe (e potrebbe) avere più coraggio sulla nazionalizzazione dell banche
Da Repubblica ottimo articolo di "Mr. Doom", Nouriel Roubini (al quale Tremonti una volta disse "tornatene in Turchia"), sul perché è necessaria la cosiddetta soluzione svedese (della quale Roubini aveva parlato giorni fa, qui il nostro post), ovvero la piena nazionalizzazione delle banche in crisi. Ecco un estratto:
La nazionalizzazione risolverebbe oltre tutto anche il problema delle banche che rivestono un'importanza sistemica, "too big to fail" - cioè troppo grosse per poter fallire - e che quindi il governo deve necessariamente soccorrere, a un costo molto elevato per i contribuenti. Oggi di fatto il problema si è ulteriormente aggravato, poiché le soluzioni finora adottate hanno indotto le banche più deboli a rilevarne altre ancora più malridotte.
Le fusioni tra "banche zombie" ricordano un po' il comportamento degli ubriachi che cercano di aiutarsi l'un l'altro a rimanere in piedi: lo dimostrano le operazioni con cui JPMorgan, Wells Fargo e Bank of Americ hanno rilevato rispettivamente Bear Stearns e Wa Mu, Wachovia, Countrywide e Merril Lynch. Con la nazionalizzazione il governo toglierebbe di mezzo queste mostruosità finanziarie, per creare banche più piccole ma solide da rivendere a investitori privati.
E' questa la soluzione che all'inizio degli anni '90 ha permesso alla Svezia di risolvere la sua crisi bancaria. Al contrario, l'attuale politica degli Usa e della Gran Bretagna rischia di generare, come è avvenuto in Giappone, una serie di "banche zombie", che in mancanza di un vero risanamento perpetuerebbero il congelamento del credito. Il Giappone ha pagato la sua incapacità di risanare il proprio sistema bancario con un decennio di crisi molto vicina alla depressione. In mancanza di interventi adeguati, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e molti altri Paesi corrono un rischio analogo: quello di una recessione o di una vera e propria deflazione che potrebbe protrarsi per vari anni.
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America2008
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