7 aprile 2009

Gates taglia i sistemi d'arma. Guai con i lobbisti del Congresso

Robert Gates, Segretario alla Difesa degli ultimi mesi di Bush e, oggi, di Obama è un acceso sostenitore di una strategia militare diversa da quella che ha informato la guerra in Iraq. E quindi ripensa la spesa militare. Via l’F22 Raptor fighter, via i Future combat systems, e il Multiple kill vehicle, la nave Class destroyer e l’elicottero presidenziale. Colpiti e affondate la Lockheed, la Boeing, Northrop Grunman e General Dynamics.
E poi tagli all’uso indiscriminato di contractors e subcontractors, cresciuti fino al 39 per cento dal 2001 ad oggi. Gates prevede un ritorno al livello pre 11 settembre. Tagli per 39mila persone in cinque anni, una parte dei quali (20mila) verranno assunti direttamente dal Pentagono. Tra i tagli previsti c’è anche il nuovo elicottero presidenziale nel quale è impegnata anche AgustaWestland società di Finmeccanica.
I tagli di Gates si sono abbattuti anche su altri programmi, come lo scudo antimissile.
Le lobby affilano i denti e diversi congressisti autorevoli molto amici dell'industria aerospaziale hanno protestato - ad esempio il senatore Liebermann e il deputato Murtha, avversario della guerra in Iraq e campione assoluto del Pork barrel spending. Lo scontro sarà duro e qualcosa l'amministrazione si rimangerà. Gates ha dichiarato: «Tutti cominceranno a parlare di pericoli per il Paese causati dai tagli. Sono gli stessi che ci richiamano al rigore fiscale. E' questione di scelte». Oltre ai congressisti stipendiaiti dalle lobby protestano anche quei deputati e senatori che vengono da Stati particolarmente beneficiati in termin occupazionali da queste imprese. I tagli, ha spiegato Gates, sono anche investimenti in sistemi d’arma necessari a fare la guerra in Afghanistan. Niente pacifismo, ma tagli agli sprechi fatti per sovvenzionare l’apparato militare industriale.

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