Obama continua a stare sul messaggio nel suo "closing speech" a Canton, Ohio. Che sia l'Iraq - il cavallo di battaglia del 2007 e delle primarie - o la crisi economica è il solito populismo (e lo diciamo senza aggiungere alcun accento negativo in questa definizione, anzi) con toni trascendenti messianici. Sempre noi - il popolo, di ogni credo, razza, appartenenenza - contro la solita Washington e la sua "broken politics". E anche contro la solita Wall Street che rovina Main Street, e il solito John McCain uguale a George W. Bush.
Molta attenzione al lavoro e alla sanità che manca; chi dice che Obama potrebbe essere un presidente "europeo" ha ragione: oltre alla speranza sembra promettere agli americani che non dovranno fare tutto da soli, il governo li aiuterà su scuola, sanità, stipendi e mutui. Un vecchio sogno di alcuni democratici: tenere la barra verso i principi più civili delle nostre socialdemocrazie (qui un divertente articolo del Wall Street Journal che denuncia l'europeizzazione dell'America che vorrebbe Obama: fa quasi tenerezza, ormai). Barry Goldwater diceva "temo il governo di Washington più di Mosca": i tempi cambiano.
28 ottobre 2008
Il discorso di Obama? Il solito di sempre, servito con grande cura
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3 commenti:
un po' moscetto rispetto al solito. ormai vede lo striscione dell'ultimo km.
Non sono d'accordo: i toni erano attenti e insistenti su alcuni temi, era rassicurante ma tornato a usare la retorica dei primi tempi...era il discorso di sempre con la preoccupazione per la crisi in più e rivolto in maniera più strategica alla middle class bianca. Come fa nei comizi da settimane, ma come non aveva ancora fatto con il taglio del discorso più ufficiale (chiamiamlo così)
Pero' sembra davvero un po' da socialdemocratico, viene quasi pena a pensare che loro non hanno mai avuto nulla di quello che abbiamo avuto noi. Li quando cadi per terra cadi, punto.
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