14 ottobre 2008

Con questo deficit che farà il prossimo presidente?

E' una delle domande ricorrenti, specie tra i liberal che sperano/speravano che una eventuale vittoria di Obama potesse spianare la strada a una nuova stagione di keynesismo (infrastrutture, welfare, ricerca in energie alternative). Quando venne eletto, anche Bill Clinton aveva delle idee un po' di sinistra. Poi non se ne fece quasi nulla. E oggi? Questo post di Robert Reich, che della prima amministrazione Clinton è stato Segretario al lavoro, sostiene che le cose sono diverse. Fondamentalmente, l'idea di Reich è che la crisi economica è tale e il Paese così indietro su molti fronti (infrastrutture, scuola, sanità) che possenti investimenti in economia, mirati e pensati per il lungo periodo, possano fare la differenza a prescindere dal deficit. "Anche una famiglia sa che fare debiti per mandare il figlio a scuola è diverso che non farli per andare in crociera", scrive Reich. L'esempio è perfetto. E' una tesi che ha espresso, prima della fusione di Wall street, anche il premio Nobel per l'economia Paul Krugman sul New York Times. In un articolo di molti mesi fa, Krugman diceva: i democratici non siano così stupidi da mettersi a ripianare il buco fatto dai repubblicani. Chi ha fatto il danno lo aggiusti, quando e se tornerà al potere. Attenzione, uno più liberal e l'altro meno, ma nessuno è un'estremista. E' che dopo anni di mazzate, si scopre che avevano ragione loro e non gli altri.

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