Alle tre di notte ora italiana John McCain e Barack Obama incrociano i guantoni l'ultima volta. Il repubblicano, sembra, si prepari ad attaccare sui rapporti tra il democratico e William Ayers, l'ex Weather Underground, oggi professore. Sarebbe una scelta che fino adesso non ha fatto. A dire il vero non ne ha fatta nessuna: non ha puntato sull'economia, non ha fatto l'outsider come avrebbe potuto (così ha sbaragliato la concorrenza alle primarie dopo un inizio difficile), non ha fatto il conservatore se non scegliendo Palin. Politico racconta che c'è maretta nella campagna McCain sulla opportunità o meno di tornare su Jeremiah Wright, il pastore dal sermone infiammato un tempo ispiratore di Obama. McCain la considererebbe una specie di resa, la ammissione di essere in difficoltà. Palin e altri dicono che è ora di usare i mezzi serviti a Bush per battere McCain nelle primarie del 2000. Vedremo. Tutti chiedono, consigliano, invocano una scelta da parte di McCain: fai capire che campagna farai da qui al 4 novembre. Sarà il tentativo di far votare i moderati contro Obama e galvanizzare la propria base o quello di convincere i moderati che l'uomo giusto è lui?
Un memo della campagna democratica spiega che il senatore terrà - avrebbe intenzione di tenere - lo stesso tono dei precedenti dibattiti. C'è la crisi, io so mantenere la calma, sono presidenziabile. In più dalla sua ha un piano economico per intervenire nella crisi (nel dibattito dopo il crollo di Wall street i due si erano sfilati sul tema). Anche McCain ne ha uno, e su quello i due dovranno tentare di essere convincenti. Se non succede niente di clamoroso, il 4 novembre si vince su quello.
A dopo...
15 ottobre 2008
Quattro ore all'ultimo match
Pubblicato da America2008 alle 23:08
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