..sulla conversione a U di George W. Bush da alfiere del mercato libero a keynesiano sostenitore del deficit spending l'ha fatta, per ora, Vittorio Zucconi, dicendo che Bush è passato da "neo-con e neo-keyn". Il mercato è una finzione, e ogni tanto la storia ce lo ricorda.
ps. pensieri in libertà: viene da pensare che Obama non possa che divenire il candidato di (quasi) tutti i poteri forti o vagamente strutturati del paese: dal sindacato alle banche di investimento voi dareste il futuro economico del paese in mano a McCain e Palin? Siccome potrebbero anche vincere, il terrore deve spargersi ovunque. Dai poveracci che hanno perso la casa ai banchieri che hanno perso i miliardi tutti vogliono "lo stato". E forse preferiscono un nero pieno di secchioni dell'università nello staff che due schegge impazzite. Forse.
20 settembre 2008
La battuta più divertente..
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4 commenti:
speriamo, ma silvio insegna...
Forse anche peggio: Silvio ha imparato proprio da questi qui. Adesso tocca a loro, si dessero una mossa.
Il problema è quali poteri forti per fare cosa. Armieri e petrolieri restano una colonna repubblicana - per quanto un po' in disarmo. Quanto ai deboli, il panorama è così confuso che non si possono avere certezze
Vero. I poteri forti (finanziari) chiedono di essere salvati e danno soldi ai democratici. I deboli (categoria un pò vaga) non so: i neri hanno un interesse a votare Obama, il lavoro (i sindacati, pensiamo alla Seiu cosa sta facendo per Obama) anche, i giovani che rischiano di non riuscire a pagare i debiti dei loro costosissimi college pure. E qui è evidente che c'è un orientamento forte verso Obama. Tutti hanno ragione a dubitare del fatto che Obama possa cambiare sul serio l'America, ma c'è un interesse superiore: rompere l'egemonia conservatrice di matrice reaganiana. A me personalmente, non importa come. Intanto via questa cappa che dura da trent'anni, poi si vede. MD
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