29 settembre 2008

E ora?

E' una situazione intricatissima. Per adesso i leader del Congresso si sono attivati per un secondo voto; e' difficile che i democratici (che hanno la maggioranza) proseguano senza avere la certezza che i repubblicani si impegnino per far passare il bailout. Alla Camera dei rappresentanti due terzi dei repubblicani hanno votato contro il provvedimento; tre quinti dei democratici si sono espressi a favore (nel post qui sotto l'eco del dibattito politico/ideologico che ha accompagnato il voto).

Come ricordavamo in questo post (dove segnalavamo l'intervento di Reich), senza una soluzione gli scenari sono imprevedibili: quello più fosco, la catastrofe, era stato annunciato dal capo della FED Ben Bernanke e dal Segretario al Tesoro Henry Paulson; siccome si tratta delle massime autorità economiche americane la profezia potrebbe autoavverarsi ("se lo hanno detto, sarà vero": e così si aggiunge panico al panico). Oppure verrà approvata un'altra legge che concede al Tesoro una quantità di denaro a disposizione molto minore (non oltre i 150 miliardi, poi si vedrà; adesso si partiva da 250 subito, il resto dei 700 miliardi dopo). La legge è molto impopolare, ma non si può far crollare troppo la borsa (dove hanno una qualche forma di interesse il 50% degli americani). Abbassando l'asticella forse un accordo è possibile.

Il problema, comunque, sarà la contrazione mondiale del credito e la fuga da chiunque, a ragione o a torto, sia considerato a rischio. Come funziona l'economia globalizzata se nessuno si fida di nessuno?

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