17 settembre 2008

Ciao Enrico

Di nuovo lasciamo temi pubblici per temi privati, perché abbiamo perso un altro amico. Questa notte è morto Enrico Melchionda: una persona di grandissimo valore, umano e intellettuale. Il dispiacere più grande è per Marina e Lara, e poi per tutte le carissime persone a cui era legato. Più di una volta con lui abbiamo detto che avremmo fatto questo o quell'altro, ricerche, studi o progetti non portati a termine per motivi futili o per il caso. Adesso il rimpianto di non aver passato quel tempo insieme a lui è enorme. Dedichiamo a Enrico il nostro lavoro.

8 commenti:

Unknown ha detto...

Arrivederci Professore.

E` difficile dimenticare le sue lezioni, i suoi articoli sull'Ernesto o su Liberazione.
Difficile dimenticare il suo corso fatto di momenti di riflessione e di battute.
I suoi sorrisi e quelle chiacchere scambiate fra una pausa e l'altra, quando si discuteva di come le cose potessero cambiare.

Difficile dimenticare una persona come lei, arguta e preparatissima, ma nello stesso tempo semplice e umile.
Difficile dimenticare il suo corso, era proprio il periodo delle passate elezioni americane, tema trattato con molta professionalita` e minuziosita`.
Difficile dimenticare tutti gli insegnamenti che ci ha lasciato, ed oggi se ci capisco un po` di piu` di politica e del sistema americano in genere, non e` altro che merito suo.

Difficile dimenticare quando due anni dopo aver frequentato il suo corso, ci venne incontro sorridendo, e ci domando` come andavano le cose, ricordandosi i momenti che avevamo passato insieme, e quasi rimpiangerli.

Da allora sono cambiate tante cose, ora, almeno per il momento, non frequento piu` Scienze Politiche, ma mi sento fortunato ed onorato di avere avuto la possibilita` di poter assistere alle sue lezioni e di aver dato il mio primissimo esame da universitario con lei.

Oggi la notizia mi ha sconvolto, e le volevo rimanere un segno tangibile del mio affetto verso una persona di una enorme caratura, e ringraziarla per tutto cio` che ci ha lasciato.

Grazie Professore...

Un caloroso abbraccio alla famiglia.

Fabio Peluso
Studente del Corso di Scienza Politica e Politica Comparata AA 2004/2005. Universita` "L'Orientale" Napoli.

Anonimo ha detto...

Caro prof. Melchionda,
il ricordo delle tue bellissime lezioni rimarranno per sempre impresse nella mia memoria. Quei pomeriggi col corso dalle 5 alle 7 di sera,in cui eravamo sempre gli stessi a fare domande.Posso dire che grazie al suo corso ho conosciuto quelli che poi sono stati i miei compagni di avventura per questi anni di università.
Destino ha voluto che proprio oggi sostenessi l'ultimo esame prima della laurea...mentre è proprio l'esame di Scienze Politiche che apre il libretto...con la sua indelebile firma.
Dedico a lei questo mio percorso universitario,dato che è, e sempre sarà, uno dei professori più preparati e gentili che abbia mai avuto il piacere di incontrare.
Con affetto
Andrea Saladino,studente di Relazioni Internazionali, I.U.Orientale,anno 2004/2005

Lucasì ha detto...

Questa mattina mi trovavo con Andrea a Palazzo Giusso e ho appreso la notizia. Condivido in pieno tutto ciò che ha detto Fabio, e sono certo che altri amici si uniranno a noi nel ricordo di una persona magnifica che ci accoglieva col sorriso e ci lasciava andare pieni di un qualcosa, che un allora novizio dell'università come me, chiamerebbe cultura. Ringrazio Andrea per aver ricordato con grande sensibilità i momenti più belli di quel corso, nella sua descrizione rivedevo il volto, gli atteggiamenti e le parole del Professor Melchionda, ed un sorriso misto ad una maledetta malinconia ha sconvolto il mio viso. Ma più di tutti, grazie Professore, perchè non dimenticherò mai che quasi 4 anni fa, il 15 febbraio 2005, diedi nella sua materia il mio primo esame della triennale: era il giorno del mio compleanno e lei mi fece gli auguri, con un'umanità che non mi aspettavo di trovare all'università prima di seguire le sue lezioni. Arrivederci Professore, la ricorderemo a lungo.
Luca Sisto

Anonimo ha detto...

Non sono uno studente, sono un dirigente industriale di 59 anni in pensione. Ho conosciuto Enrico Melchionda dal mese di febbraio di questo terribile 2008. E' stata la più bella, onesta e trasparente persona che ho conosciuto negli ultimi anni. Ciao Enrico,

Edmondo Galli

Anonimo ha detto...

Enrico Melchionda è stato il primo professore con il quale ho sostenuto l'esame all'Università. Il suo corso ha introdotto me e tutti i miei colleghi che ancora oggi continuano gli studi alle basi della scienza politica, all'oggetività di una disciplina che più di tutte si presta alle tendenziosità e alla partigianeria.

Diversamente da quanto capita per tanti professori universitari, Enrico Melchionda teneva ai suoi studenti e spronò tutti noi che ci apprestavamo a imboccare il difficile percorso di studi. Ricordo benissimo la soddisfazione con cui accolse il nostro primo impegno universitario, un lavoro che ciascuno di noi fece su un paese diverso del mondo analizzando i dati della Freedom House sul grado di libertà politica. Fin da subito pensò bene di introdurci nel lavoro reale della scienza politica, credendo nelle nostre potenzialità.

Oggi mi rendo conto di quale ruolo abbia avuto Enrico Melchionda per la mia esperienza di vita e mi sembra doveroso continuare a ricordarlo non solo con le parole, ma continuando in quel percorso nel quale tre anni fa egli mi introdusse con grande generosità.

Addio!

Roberto Paura - Studente dell'Orientale di Napoli

Anonimo ha detto...

Il tuo sorriso: il sorriso fra l'ironico ed il divertito con cui guardavi la vita. In un livello di conoscenza profonda ed intelligente razionalità qual era il tuo, permaneva lo stupore di chi volgeva intorno a sé lo sguardo limpido di un animo puro.
E' doloroso perderti, è stato doloroso non averti potuto stringere la mano fino alla fine.
Tua cugina Enzina.

Anonimo ha detto...

Sei tu che mi hai dato una strada; sei tu, con la tua ironia, con la tua coerenza, con la tua intelligenza e con la tua preparazione, sempre radicalissimo e leninista fino al midollo, mi hai indicato un percorso a cui dedicarsi, in cui credere.
E mi manca anche la tua umanità, il tuo rispetto per ogni cosa, anche quando esponevi delle critiche.
Dovevamo fare delle ricerche insieme, ricordi? Sui gruppi antifascisti nella Piana del Sele.
Poi, non abbiamo mai trovato il momento giusto o l'occasione per portarle a termine...
Ti saluto col pugno chiuso, compagno. Come ho fatto quando ho visto la tua bara alzarsi e dirigersi verso il cimitero della città di Eboli, le tue origini, quelle origini che volevi riscoprire. E dove, alla fine, rimarrai per sempre.

Tuo nipote, Vincenzo

Anonimo ha detto...

E' così difficile scrivere di lei, e riuscire a contenere in poche parole gettate sulla rete quello che lei è stato per me.
Lei non è stato solo quel professore universitario che due anni fa ha fatto nascere in me l'amore per la Scienza della politica. Lei è stato in questi ultimi mesi per me un punto fondamentale, attorno al quale è ruotato il vortice della mia trasformazione, e che fa ora di me una persona diversa e migliore.
Il nostro non era solo più un rapporto docente-studente. Eravamo ormai amici, legati da un affetto intenso e da una profonda ammirazione reciproca. E questo mi ha fatto scoprire non solo l'intellettuale lucido e appassionato (scientifico e palpitante) che era. Questo mi ha fatto accedere anche all'uomo straordiario e sensibile, che procedeva inesorabilmente con "il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà", anche negli ultimi tempi, i più duri.
Come mi mancano ora quelle lettere sferzanti e stimolanti che ci scambiavamo, i nostri piccoli litigi e le obiezioni che io le ponevo spessissimo con un "Lei ha ragione, però...". Così lei aveva deciso di chiamarmi "Signorina Пepo", perchè non mi stava mai bene nulla, perchè le ricordavo lei da giovane, perché Пepo (penna) era l'appellativo che Trotsky aveva all'Iskra, ma in italiano si leggeva proprio come "Però". Avevamo fatto tanti piccoli progetti, mi aveva lanciato tantissimi spunti e invitato a tantissime letture, volevamo vederci, lei voleva raccontarmi la sua storia. Tutto perchè la mia divenisse una "passione durevole".
E’ impossibile che la mente non vada a tutti quei discorsi che avevamo lasciato a metà, aspettando tempi migliori. Ma quello che lei mi ha dato nessuno potrà togliermelo. E anche se ciò che sento è un senso di spaesamento e un vuoto incolmabile, e non so dove troverò la forza per ricominciare, lei mi ha lasciato tanti piccoli compiti che io assolverò. Riponeva grande fiducia in me. Non la deluderò. E quello che lei mi ha trasmesso rimarrà nelle mie pratiche.
Non perché il nostro miglior compagno se n’è andato dobbiamo lasciarci andare anche noi.

“Quelli come noi
così timidi e ambiziosi
piuttosto silenziosi
e sempre con la testa piena
di musica di arte e grandi amori
e solo poche volte fan festa
e spesso invece cantano
quel che non hanno è quello che gli resta
Quelli come noi
che non valgono niente
quelli come noi
che non gli si darebbe un soldo
Invece,
quelli come noi
diciamo che valgono molto
e basterà che un giorno
trovino un po' di forza
e aiuteranno gli altri a dare un calcio al mondo.”

La sua allieva, discepola e amica, Chiara