16 settembre 2008

I sondaggi, la mappa elettorale e il post qua sotto

La mappa elettorale cambia o no? Qui sotto ci sono dei commenti a un post sul quale abbiamo opinioni leggermente diverse. Nessuno è in grado di dirlo comunque e i sondaggi dicono tutto e il suo contrario - salvo dare un buon trend a McCain nel dopo convention, un trend che da due giorni sembra scemare: oggi quattro sondaggi, due concedono un punto al repubblicano, uno quattro punti al democratico e il quarto è commissionato da Daily Kos, vince Obama a +4, ma non fa testo. La mappa elettorale di oggi rimette la Virginia in ballo - è stato così per mesi, per due giorni McCain se l'era presa - e anche la Pennsylvania. Sarebbe strano. Ma guardiamo dentro a un sondaggio Associated press conclusosi il 10 settembre per capirci qualcosa. La fonte è tra quelle più autorevoli e il risultato era 48 McCain, 44 Obama. Un secco +4. Gli intervistati erano 1217, 812 tra questi erano likely voters, persone che ritengono che andranno a votare. Il bello viene quando guardiamo cosa, gli 812, avevano votato nel 2004: il 50% aveva votato Bush, il 44% Kerry e il 6% qualcos'altro. Ma nel 2004, Kerry ha preso il 48,27, Bush il 50 e qualcosa e gli altri le briciole che restano. Ovvero, il campione non corrisponde alla divisione elettorale di allora. Non solo, gli elettori del 2004 sono 800. Il dato sull'età non viene fornito, ma si potrebbe pensare che quei 12 siano i non in età elettorale del 2004. Ovvero, meno del 2%. Vado a memoria, ma mi pare che dal 2000 al 2004 circa 14 milioni di persone abbiano raggiunto l'età per votare. Sempre nel 2004 gli elettori 18-24 furono il 47% degli aventi diritto, il 9,3% del totale dei voti espressi. 18-24 è un intervallo di sei anni, non quattro come il ciclo elettorale, ma comunque meno del 2% è troppo poco per valutare l'impatto del voto giovanile. Tanto più se si tiene conto che nelle ultime tre elezioni di fila questa quota è aumentata e che, tutto lascia presagire, aumenterà ancora e molto. Quel sondaggio, quindi, non funziona granché. Per non parlare della partecipazione dei neri, dei latinos e di altri elementi difficili da valutare.
Che vuol dire tutto questo? Che usiamo i numeri per raccontarci che i sondaggi sono fuffa e che Obama vince a spasso nonostante i numeri? No. Un esempio opposto è quello già fatto del governatore dela Virginia nel 1989, democratico e nero. Aveva un vantaggio di 12 punti nei sondaggi, ha vinto per il rotto della cuffia. Ci si vergognava a dirlo, che non si votava per il politico migliore e più popolare perché era nero. Un lungo discorso, insomma, serve a dire che i numeri dei sondaggi non valgono troppo. Noi comunque, continueremo a giocarci.

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