1 settembre 2008

Gustav, l'America e le follie repubblicane


In differita su C-Span (la Tv publica degli US) mandano un filmato di un comizio di McCain in Missouri (che di solito vota come il Paese, chi vince qui, vince). Sul palco, McCain, Palin e poi i due contendenti credibili delle primarie repubblicane, Huckabee e Romney. L'ex governatore dell'Arkansas parla di Gustav spiegando che la risposta migliore non sarà quella del governo, ma degli americani. Che va bene parlando della solidarietà interna ad una società, ma che dopo Katrina è un po' indecente. Una mano dello Stato, un po' di organizzazione e un po' di competenza sarebbero state una buona cosa allora e serviranno oggi.
Romney parla di McCain come se non fosse quello a cui ne ha fatte di tutti i colori durante le primarie - che in confronto Hillary-Obama è uno scherzo - e spiega che il prossimo presidente è quello che il petrolio (proprio al largo della costa devastata), lo trivelleremo eccome. Nelle sue parole, Obama è come Bertinotti, uno che non vuole trivellare, non vuole il nucleare ma solo quello stupido solare. McCain spiega di essere fiero della leadership che il presidente sta mettendo in mostra sulla catastrofe ambientale. Poi presenta Sarah, "che credo che vada menzionato che ha 5 figli e un marito che è varie volte campione di guida sulla neve". Il tutto è imbarazzante, paesano, provinciale. Può darsi che piaccia. Altrettanto imbarazzante è l'idea che McCain e Palin siano i campioni della pulizia: "Se siete stanchi di come funziona Washington aspettate, Change is coming, il cambiamento arriva". C'mon, direbbero in Gran Bretagna, al potere da otto anni c'è il vostro partito e i nemici corrotti dell'Alaska sono i repubblicani (c'è un famoso ponte inutile costato miliardi che è un caso nazionale). La retorica anti Washington fatta dai due repubblicani, per carità, magari diversi dagli altri, suona più che fuori luogo.
La CNN trasmette via cavo da New Orleans, la città è vuota, le onde alte. Stamattina Gustav dovrebbe arrivare sugli Usa. Due milioni hanno lasciato le loro case.

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