16 novembre 2008

La guerra di Obama?

E' capitato nel passato che un presidente uscente lasciasse in eredità al suo successore una guerra praticamente già iniziata nei fatti. L'intervento americano in Vietnam cominciò sotto Eisenhower ma ne raccolsero (volontariamente) i frutti avvelenati i democratici negli anni Sessanta. A settembre vi invitammo a volgere i vostri occhi al Pakistan dove George W. stava allargando il conflitto partendo dall'Afghanistan. Secondo il Washington Post ci sarebbe addirittura un accordo tacito col nuovo governo pakistano per portare avanti dei raid nella zona di frontiera ai quali Zardari si opporrebbe pubblicamente per poi annuire in privato. Ne avrebbe già parlato con Kerry, che se non farà il segretario di Stato perlomeno diventerà il presidente della potente commissione esteri del Senato. Il Center for American Progress, fucina di idee e uomini della nuova amministrazione democratica, è un po' che si occupa di Pakistan. Domani, per chi passasse di là, presenta il suo "comprehensive plan" per il paese. Come ha dimostrato documenti alla mano Douglas Little in "American Orientalism", spesso quando gli americani si occupano molto di un paese o poi finiscono per farci una guerra oppure quel paese si ribella e diventa cattivo, tanto per fare degli esempi: l'Iran e la Libia. Il Pakistan/Afghanistan potrebbero essere la "guerra di Obama", che lui lo voglia o no. A volte gli eventi sono delle palle di neve, che una volta che cominciano a rotolare non si fermano più.

1 commento:

Anonimo ha detto...

e invece bolivia e venezuela non rischiano prima del 20 gennaio?