18 novembre 2008

I temi del giorno (Hillary, McCain e GM)

1. Che presidenza sarà quella Obama? L'incontro con John McCain ci dice qualcosa. "Hanno parlato di come portare il cambiamento a Washington" hanno detto i collaboratori. Overo: McCain avrà una chance di tornare thre real McCain, lo scavezzacollo del suo partito, uno che pensa con la testa sua - continuando forse a litigare ferocemente con Obama sulla sicurezza e la guerra. Obama avrà spesso un voto influente in Senato e mostra, prima ancora di assumere la presidenza, di voler essere uno che unifica il Paese (prima Clinton, poi McCain). Entrambi hanno da guadagnarci, se poi il repubblicano, d'accordo con il presidente, introducesse nuovi strumenti di controllo e regole di funzionamento del Congresso, avrebbe da guadagnarci anche a democrazia americana.
2. Che fine farà Hillary Clinton? La stanno bruciando? Si dice che gli interessi del marito potrebbero portare alla perdita della poltrona da Segretario di Stato. Sarebbe un colpo, ma nessuno sa cosa si sono detti, che altre opzioni ci sono e che tipo di accordo c'è tra Obama e la senatrice. The Guardian sostiene che il posto è quasi suo.
3. Dove va General Motors? Il Congresso darà soldi anche all'industria dell'auto? Forse si, ma, come riporta il NYT, sia il management dell'ex gigante di Detroit che i sindacati si prenderanno parecchie bastonate. La dirigenza perché ha puntato tutto sui SUV con una miopia degna di Mr Magoo - ma a differenza del personaggio dei cartoni, che si salva sempre per caso, sta precipitando dal grattacielo nel quale lavora - i sindacati perché non hanno rinegoziato dei contratti eccessivamente buoni in tempi in cui il tracollo era alle porte: Chi è rimasto a GM, Ford e Chrysler guadagna di più e ha più garanzie di qualsiasi altro operaio americano, Toyota e Hyundai aprono fabbriche lontano da Detroit e ringraziano.
4. Qualche articolo da leggere per chi ha tempo: Noam Scheiber su The New Republic scrive dei pro e contro di aver fatto scelte inaspettate per alcuni posti chiave (Emmanuel è l'esempio chiave). A Obama piace chi lo contesta francamente, la cosa lo aiuterebbe a vagliare le scelte a fondo. Ma questi non sono anche la vecchia Washington? Richard Cohen sul Post spinge per una presidenza roosveltiana. Mentre EJ Dionne si chiede, su Tnr e Wp dova stia andando il Grand Old Party. Che sta facendo George W? Riscrivendo più regole possibili e facendolo in modo da rendere difficile ogni modifica. Ecco un commento del New Yorker.

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