Michael Lind una volta era conservatore, poi si è convertito e ora ci azzecca spesso anche se non sempre. Il suo lungo articolo su Prospect vale la pena di essere letto soprattutto dalla metà in poi. Lind non sembra valutare appieno la creazione di una nuova coalizione democratica, secondo lui si tratta sempre di un'alleanza tra ricchi bianchi istruiti e minoranze che taglia fuori la classe lavoratrice bianca. Non è così vero, come cercheremo di dimostrare nel nostro libro. La sua analisi però ha molto valore quando parla di elite democratiche: lui le vede come una combinazione tra i "New Democrats" della terza via Clintoniana e una "sinistra" fatta di movimenti su singoli temi: le minoranze, i neri, gli omosessuali, le femministe e gli ambientalisti. In politica economica i convertiti all'ideologia del mercato degli anni Novanta, secondo lui, non hanno gli strumenti per affrontare la crisi attuale mentre in politica estera dominano ancora i clintoniti fautori delle guerre umanitarie. Non è proprio così anche qui: c'è un consenso realista che è emerso e che potrebbe salvarci da questi personaggi. La vera sfida, come dice Lind, è nella capacità di Obama di emanciparsi da tutto ciò, proporre soluzioni ai problemi di oggi e ridisegnare il patto sociale americano. Insomma basta terza via, forse ne serve una quarta.
L'articolo lo consigliamo anche al nostro PD che, l'abbiamo sentito di persona qualche giorno fa, promette per uscire dalla crisi meno tasse e meno spesa pubblica. Auguri.
L'articolo lo consigliamo anche al nostro PD che, l'abbiamo sentito di persona qualche giorno fa, promette per uscire dalla crisi meno tasse e meno spesa pubblica. Auguri.
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