11 novembre 2008

Obama nel Grande Medio Oriente

Mentre RealClearWorld si interroga su chi potrebbe essere il prossimo segretario di Stato (in testa alla lista Kerry, Richardson e Holbrooke), nel Grande Medio Oriente (dal Marocco all'Afghanistan) cominciano a prendere le misure al nuovo presidente. Uno spassoso editoriale del quotidiano libanese Daily Star invita gli americani a non preoccuparsi più della regione: hanno già fatto abbastanza. Ora spetta forse ai soggetti regionali dimostrare che possono farcela da soli. Da ricordare che la pace di Oslo, nonostante quello che comunemente si crede, fu negoziata da israeliani e palestinesi senza l'apporto americano ma sfruttando il clima creato dai negoziati formali e inconcludenti di Madrid. Un'altra epoca però. Oggi la realtà è quella dell'Afghanistan, dove non è detto che il generale Petraeus riesca ad esportare il modello del surge attuato in Iraq: anche perchè come si vede da questo editorialino del Telegraph, gli inglesi non hanno molta intenzione di accolarsene il peso. A proposito di inglesi, il Guardian come al solito si pone la domanda giusta: quali nuovi spazi per politiche coraggiose (coraggioso è chi colpisce i più forti, non chi taglia ai più poveri, vero Uoltèr?) si aprono dopo la vittoria di Obama? Non solo in politica estera, il Guardian parla anche di crisi economica.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ma alla Clinton che le faranno fare? La riforma del sistema sanitario/previdenziale?

America2008 ha detto...

Mah, lo smacco finale dovrebbe essere che se ne occupi Michelle Obama (dove ha fallito una first lady della Chicago bene interviene una first lady di South Side), ma ovviamente non sappiamo se c'è un preciso accordo pre-elettorale

America2008 ha detto...

Ma certo che c'è un accordo elettorale...ma non sappiamo quale. La pletora di ex fedelissimi saliti on board è un segnale. Anche se nella vita di washington ognun per sé e dio per tutti...I can't wait to see il nome di hillary sulla legge che da la sanità a tutti, urlava Biden a Scranton, magari non è vero, ma l'idea sembra quella (la legge, non il segretario alla sanità)