8 novembre 2008

Interpretare la storia per fare la storia

La chiamano storia del presente, e con essa si cimenta Michael Lind, intellettuale della New America Foundation. L'America si nutre di miti e nel 2008 si confronta con quello della fenice, rinascendo nuovamente dalle ceneri. Mentre Harold Meyerson, ancora una volta, spiega con sintesi ed efficacia perché potremmo trovarci di fronte alla nascita di una coalizione democratica che potrebbe durare, Lind evoca cambiamenti ancora più epocali.

Invece di utilizzare una periodizzazione tipica degli scienziati politici - l'America avrebbe visto l'avvicendarsi di periodi di dominio elettorale di un partito sull'altro lunghi all'incirca trent'anni - Lind fa ricorso all'immagine delle "repubbliche" americane, alla francese. A Parigi sono alla quinta, l'America è all'alba della quarta. Si lega a due importanti studiosi americani, Bruce Ackerman e Ted Lowi, e intreccia fattori istituzionali con fattori economici e di sviluppo. La lettura è interessante, un assaggio - supponiamo - di un lavoro ben più articolato.

Il dubbio? Che questa storia del presente così attenta a parlare di una nuova era stia svolgendo anch'essa una funzione politica e simbolica: ricordarci che l'America rinasce per riconquistare di nuovo la leadership globale, a partire dal rinnovamento delle sue istituzioni e del suo tessuto produttivo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

The Third Republic, founded by Franklin Roosevelt, came to a miserable end under the pathetic George W. Bush.