Il populismo è parte integrante della tradizione politica americana. Ciclicamente si affaccia un campione della "gente comune", che muove guerra all'establishment e agli interessi particolari ed egoistici. Il contadino e il piccolo proprietario terriero contro il finanziere aguzzino; il lavoratore contro i monopoli e i robber barons; l’imprenditore e la sua famiglia contro i burocrati (nella sua declinazione conservatrice e anti-statalista). Obama è una nuova frontiera del ribellismo populista che muove guerra alle élite di Washington: il suo presunto candore richiama la semplicità della gente comune, i suoi appelli all'unità oppongono il "We the People" del preambolo della Costituzione all'egoismo delle classi dirigenti. Il popolo, stufo e intimorito dalla crisi economica, aspettava un nuovo incantatore.
Leggete qui l'articolo di approfondimento di America2008.
Su Marco Polo una riflessione sulla crisi delle "Political Machine": quando arrivano tempi duri, la parola vince su l' esperienza e l'organizzazione "scientifica" della politica.
21 febbraio 2008
L'eterno ritorno del populismo americano/1
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