7 febbraio 2008

Anche Romney scende, il GOP si ricompatta?

L'idea di poter unire le falangi del partito dietro una sola campagna, quella di John McCain, sembra solleticare i repubblicani, che vedono la corsa per l'altro campo allungarsi all'infinito. Ieri Mitt Romney ha sospeso la sua campagna. Sospendere vuol dire mantenere i delegati alla convention ma smettere di correre. L'ho fatto per non indebolire il partito. I repubblicani sono svelti ad azzaccare le mosse giuste. Stanno uscendo con un candidato difficile per Clinton e si preparano prima a farlo correre. A quando il ritiro di Huckabee e l'annuncio di una coalizione con McCain?

3 commenti:

Valentina Pasquali ha detto...

Nel discorso di commiato ai propri sostenitori, Mitt Romney ha spiegato cosi' la decisione di abbandonare la corsa per la nomination presidenziale repubblicana; "Se perseverassi con la mia candidatura fino alla convention, finirei con rallentare il lancio di una campagna nazionale e faciliterei il lavoro di Clinton o Obama." Parlando ai politici dell'ala conservatrice del Partito Repubblicano riuniti a Washington nel convegno annuale del Political Action Committee, Romney ha proseguito; "In questo tempo di guerra, non posso lasciare che la mia candidatura causi la sconfitta del partito contribuisca alla vittoria del terrore". Da vero gentleman, Romney paragona i democratici ad Al Quaeda. Josh Marshal di Talking Points Memo scrive; "E cosi' abbiamo la prospettiva di Mitt; lui abbandona perche' siamo un paese in guerra." www.talkingpointsmemo.com

Anonimo ha detto...

McCain still hasn't convinced everybody... Look at this question by publicist BOB MERLIS
to presidential nominee John McCain, on behalf of singer John Mellencamp:

"If you're such a true conservative, why are you playing songs that have a very populist pro-labor message written by a guy who would find no argument if you characterized him as left of center?"

(Mellencamp requested that his songs no longer be played at presidential campaign events for the Republican candidate)

Anonimo ha detto...

Troppa fretta: le primarie continuano a produrre sorprese

I mass media non avevano fatto in tempo a tirare fuori dal cassetto le biografieaggiornate di McCain, ormai "certo" di ottenere la nomination a
candidato repubblicano nelle presidenziali... che gli americani hanno detto la loro. Quando le primarie si fanno sul serio, capita.
I capricciosi elettori del Kansas, della Luisiana e dello Stato di Washington hanno deciso che il pastore battista Mike Huckabee è più
vicino alla tradizione del partito, più "repubblicano" o, quanto meno, più
simpatico. In Kansas e Luisiana Huckabee ha vinto, nello stato di
Washington, sulla costa del Pacifico, è rimasto dietro a McCain di appena
il 2%, con un robusto 21% attribuito a un altro candidato senza speranza,
il texano pacifista Ron Paul.
Insomma, McCain potrà essere un eroe di guerra e il preferito del New York
Times ma il partito repubblicano così come si è trasformato negli ultimi
30 anni non lo vuole. Alla fine, il sostegno a mezza bocca dell'establishment del partito gli garantirà la nomination ma cosa succederà in novembre? Semplice: una percentuale di elettori repubblicani
starà a casa, o andrà a lavorare (negli Stati Uniti si vota di martedì e non è festa). Una manna per il candidato democratico, chiunque egli sia.

Fabrizio Tonello