L'accordo di libero scambio con Canada e Messico entrato in vigore nel 1994 - è per quello che l'Ezln occupò San Cristobal de las Casas il 1° gennaio di quell'anno - è diventato uno dei principali terreni di scontro tra i candidati democratici. La campagna si sposta di Stato in Stato e a seconda della situazione di quel territorio la issue che prende il sopravvento cambia. Se ci sono i voti dell'Ohio, quelli dei sindacati e l'endorsement di Edwards da cercare, il commercio internazionale non può che diventare cruciale. Ecco la cronaca dal Washington post degli scambi del giorno in materia, un articolo di Sarah Anderson di Ips sui difetti del Nafta e l'agenda democratica. Una valutazione degli effetti del Nafta (al 2006) in Messico, Usa e Canada la trovate qui (cliccando sul pdf). Un fatto concreto è che i candidati democratici parlano di limitare il potere delle corporations e alzare le tasse ai ricchi (Obama), litigano su chi è più anti Nafta e promettono milioni di posti di lavoro verdi. E' retorica da campagna elettorale? Forse. In Italia nemmeno il riconoscimento delle unioni di fatto.
25 febbraio 2008
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