9 febbraio 2008

Da oggi a martedì sette Stati al voto

Ci risiamo, una nuova tornata, nuovi vincitori, nuova disputa su chi è in testa nella corsa per i delegati. Tra sabato e martedì si tengono primarie e caucus in Lousiana, Nebraska, Washington, Virginia, Kansas (Rep.), Maine (Dem), Virgin Islands (Dem), Washington D.C. Finora obama ha vinto nei caucus e in Lousiana è favorito. Washington e Virginia diventano dunque i territori di conquista. Alla fine della tre giorni Obama potrebbe essere in vantaggio. Clinton aspetta i turni successivi, in Stati dove la favorita è lei. L'ombra di Michigan e Florida, con i loro delegati non ammessi alla convention e quella di una decisione presa dai superdelegati aumenta la tensione e le discussioni.

1 commento:

Anonimo ha detto...

I mass media non avevano fatto in tempo a tirare fuori dal cassetto le biografie di John McCain, ormai "certo" di ottenere la nomination a candidato repubblicano nelle presidenziali... e gli americani hanno detto la loro. Quando le primarie si fanno sul serio, capita.
I capricciosi elettori del Kansas, della Luisiana e dello Stato di Washington hanno deciso che il pastore battista Mike Huckabee è più vicino alla tradizione del partito, più "repubblicano" o, quanto meno, più simpatico. In Kansas e Luisiana Huckabee ha vinto, nello stato di Washington, sulla costa del Pacifico, è rimasto dietro a McCain di appena il 2%, con un robusto 21% attribuito a un altro candidato senza speranza, il texano pacifista Ron Paul.
Insomma, McCain potrà essere un eroe di guerra e il preferito del New York Times ma il partito repubblicano così come si è trasformato negli ultimi 30 anni non lo vuole. Alla fine, il sostegno a mezza bocca dell'establishment del partito gli garantirà la nomination ma cosa succederà in novembre? Semplice: una percentuale di elettori repubblicani starà a casa, o andrà a lavorare (negli Stati Uniti si vota di martedì e non è festa). Una manna per il candidato democratico, chiunque egli sia.