6 febbraio 2008

Giorni tristi alla Casa bianca


Liz Cheney, figlia del vice-presidente americano Dick Cheney ed ex-consigliere di Powell e Rice al Dipartimento di stato, non mostra entusiasmo per il buon risultato di John McCain: la sua nomination sarebbe un "giorno triste" per tutto il partito repubblicano.

2 commenti:

Fabrizio Tonello ha detto...

McCain ha vinto negli stati più importanti, come la California, ma ovunque è stato superato da Romney e da Huckabee nelle preferenze degli elettori repubblicani che si autodefiniscono conservatori, circa il 60% del totale, secondo gli exit polls. Tra costoro, McCain ha ottenuto il 33% in California e Romney il 39%, il 41% in Connecticut e Romney il 44%. In Arkansas e Georgia, dove i conservatori dichiarati sono il 67% dei partecipanti alle primarie repubblicane, McCain ha ottenuto solo il 17% in Arkansas e il 23% in Georgia, mentre Huckabee (sia pure favorito in quanto candidato locale) rispettivamente il 62% e il 43%. In Tennesse, dove si autodefinisce conservatore il 73%, Huckabee ha ottenuto il 38% dei consensi di questo gruppo, Romney il 28% e McCain solo il 24%.
A questo punto è opportuno ricordare che la politica americana non è fatta soprattutto di soldi. Certo, averne conta, e molto. Ma, come ha dimostrato Romney, che ha già speso centinaia di milioni di dollari per ottenere risultati mediocri, conta anche avere migliaia e migliaia di volontari che vanno a bussare alla porta dei cittadini e cercano di convincerli. Questo piccolo esercito di entusiasti viene reclutato tra le file dei membri più attivi del partito, quelli che si sentono più coinvolti dalle cause che il partito ha sostenuto in passato, più ideologicamente motivati.
Huckabee ha dietro di sé un gruppetto di attivisti, Romney può pagare una quantità di “volontari”, McCain è piuttosto un candidato di immagine, che piace ai giornali e alle televisioni, ma non ha fin qui convinto i militanti di cui ha bisogno per vincere in novembre.

Fabrizio Tonello ha detto...

A essere triste non è solo la famiglia Cheney: McCain ha vinto negli stati più importanti, come la California, ma ovunque è stato superato da Romney e da Huckabee nelle preferenze degli elettori repubblicani che si autodefiniscono conservatori, circa il 60% del totale, secondo gli exit polls. Tra costoro, McCain ha ottenuto il 33% in California e Romney il 39%, il 41% in Connecticut e Romney il 44%. In Arkansas e Georgia, dove i conservatori dichiarati sono il 67% dei partecipanti alle primarie repubblicane, McCain ha ottenuto solo il 17% in Arkansas e il 23% in Georgia, mentre Huckabee (sia pure favorito in quanto candidato locale) rispettivamente il 62% e il 43%. In Tennesse, dove si autodefinisce conservatore il 73%, Huckabee ha ottenuto il 38% dei consensi di questo gruppo, Romney il 28% e McCain solo il 24%.
A questo punto è opportuno ricordare che la politica americana non è fatta soprattutto di soldi. Certo, averne conta, e molto. Ma, come ha dimostrato Romney, che ha già speso centinaia di milioni di dollari per ottenere risultati mediocri, conta anche avere migliaia e migliaia di volontari che vanno a bussare alla porta dei cittadini e cercano di convincerli. Questo piccolo esercito di entusiasti viene reclutato tra le file dei membri più attivi del partito, quelli che si sentono più coinvolti dalle cause che il partito ha sostenuto in passato, più ideologicamente motivati.
Huckabee ha dietro di sé un gruppetto di attivisti, Romney può pagare una quantità di “volontari”, McCain è piuttosto un candidato di immagine, che piace ai giornali e alle televisioni, ma non ha fin qui convinto i militanti di cui ha bisogno per vincere in novembre.