Geraldine Ferraro è stata deputata di New York e candidata vicepresidente con Mondale nel 1984 - prima di Hillary la carica più alta a cui una donna abbia mai aspirato negli Usa. All'epoca i telegiornali italiani ne parlarono molto, come con Pelosi, come con Giuliani (che amarezza). Ora Geraldine torna sulle prime pagne dei giornali per una frase: "Se Obama fosse bianco non sarebbe dov'é. Se fosse una donna di qualsiasi colore non sarebbe dov'è. Ha un trattamento preferenziale perché è nero". La vicenda ha fatto infuriare il campo di Barack - che ha chiesto a Hillary di distanziarsi - e ottenuto una replica da Ferraro, che in un'intervista ha ribadito e attaccato: "Ogni volta che sono in difficoltà nominano il razzismo. Se pensano di farmi stare zitta non mi conoscono". Ecco la cronaca del Nyt e l'intervista a Daily breeze di questo genio della politica. Non una lezione di stile. C'è da augurarsi che anche stavolta l'uso della carta razziale abbia lo stesso risultato che in South Carolina. Ma prima del voto c'è tempo e - e questo è un vero nodo per Obama - la gente della Pennsylvania potrebbe fare scelte come quelle del New Jersey e dell'Ohio, dove gli elettori democratici sono bianchi, operai e a volte non gli piacciono tanto i niggers.
12 marzo 2008
Riecco i bianchi e (naturalmente) i negri. Geraldine Ferraro gioca la carta razziale
Pubblicato da America2008 alle 09:57
Etichette: afroamericani, Obama, questione razziale
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