26 marzo 2008

Non è il 1929, è il 1930

Nel caso vi foste distratti a Pasqua, vi riportiamo qui l'editoriale di Paul Krugman apparso il 21 marzo sul New York Times, che ci ricorda che non rischiamo di andare incontro a un nuovo 1929, perché è già il 1930. Le banche stanno già fallendo e la gente mette i soldi sotto al materasso come allora: nel 1930 questo avveniva in senso letterale, oggi si spostano gli investimenti sui buoni del tesoro. In modo da contrarre ancora di più il sistema finanziario, il quale va semplicemente messo sotto controllo, con nuove regole decise dal legislatore. Alla Fed Bernanke fa il possibile per fermare il circolo vizioso, i paracaduti sono più solidi del 1929, ma l'atterraggio sarà duro, e ancora non sono falliti tutti gli istituti finanziari che sono destinati a soccombere.

Qui il suo editoriale del 24 marzo. Si chiede, vista la gravità della situazione, perchè i candidati democratici non abbiano già trasformato la questione nel grande, unico (o quasi) tema della campagna elettorale. Krugman ha orribili sospetti.

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