E' stato il ritorno della politica estera: mentre si celebrava l'anniversario di cinque anni di campagna irachena, si è superata la barriera dei 4 mila morti americani. Non solo: è stata anche la settimana dell'economia, e questo varrà per la prossima e quella dopo ancora (qui un articolo - in italiano, di Valentina Pasquali - di riassunto delle posizioni di McCain, Obama e Clinton su come far fronte alla crisi). Tutti hanno detto la loro e McCain l'altro ieri ha fatto il suo bel discorso: il solito cumulo di banalità sul soldato che odia la guerra ma la deve fare perché ama la libertà (qui un sunto in italiano); per capire McCain vale l'articolo di Lieven che abbiamo segnalato ieri.
Abbiamo anche citato un intervento di Andrew Bacevich, un professore della Boston University e un conservatore realista (contro la guerra in Iraq fin dal principio). E' autore di un testo importante, "The New American Militarism" (qui un estratto), che spiega con intelligenza il percorso culturale e politico attraverso il quale il militarismo patriottico è divenuto cemento culturale della coalizione conservatrice di Reagan. L'anno scorso Andrew Bacevich ha perso un figlio di 27 anni nella guerra irachena, morto a causa dell'esplosione di una bomba. subito dopo ha scritto un articolo - l'ennesimo - contro l'intervento, al tempo stesso lucido e toccante. Si intitolava "I Lost My Son to a War I Oppose. We Were Both Doing Our Duty".
28 marzo 2008
Cinque anni di guerra: un ultimo spunto grazie a Andrew Bacevich
Pubblicato da America2008 alle 16:26
Etichette: politica estera
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