Con 23 milioni di abitanti, otto milioni e passa di ispanici e quasi tre milioni di afroamericani il Texas è tra gli Stati che pesano nelle primarie. Martedì potrebbe regalare il colpo finale di Obama alla campagna di Clinton o restituire slancio all'ex first lady. Come molti altri Stati del Sud il Texas è stato un incubo democratico dagli anni di Reagan in poi: il presidente Bush è stato governatore, i due senatori sono repubblicani e 19 dei rappresentanti pure (contro 13 democratici). Nelle ultime elezioni di mid-term un piccolo spostamento: il Grand Old Party ha perso due seggi alla Camera. I segnali di cambiamento ci sono: dei 7 milioni e 800mila elettori registrati quasi 698mila hanno già espresso il loro voto, più che tre volte tanto quelli che hanno spedito il loro voto per posta nel 2004. Nello stesso anno alle primarie avevano votato 840mila persone in totale, il segnale di una enorme partecipazione e grande mobilitazione democratica c'è. Nello Stato la popolazione aumenta, i centri urbani si popolano di gente venuta anche dal Nord e diventano più blu che in passato (Austin, Dallas lo sono già ora si parla anche di Houston). Su The Nation Mary Mapes arriva quasi a teorizzare un impensabile e incredibile rivincita democratica. Sarà difficile, ma se così fosse c'è un uomo che Obama o Clinton dovranno ringraziare. Di mestiere fa il presidente degli Stati Uniti.
1 marzo 2008
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