29 aprile 2008

La nuova frattura culturale

Sul New York Times David Brooks propone una lettura nuova e affascinante delle elezioni americane, che qualcosa dovrebbe dire anche agli stanchi e vecchi leader del centrosinistra nostrano: la demografia conta e decide il voto. Una volta, dice Brooks, gli americani guardavano gli stessi programmi tv, leggevano le stesse riviste e i loro bambini giocavano insieme. Poi il paese si è diviso, i gruppi sociali sono diventiti tribù. Oggi la grande divisione è tra chi ha studiato e chi no, tra chi vota Obama e chi vota Clinton.
Jay Cost
cerca di indagare ancora più a fondo e ricorda le vecchie analisi analisi qualitative che studiò all'università, quelle in cui il ricercatore si sedeva a tavolino e parlava con la gente. Col tempo sono state sostituite da quelle quantitative: il ricercatore è seduto davanti ad un pc e legge i sondaggi. Il risultato è che sappiamo chi vota per chi, ma non perchè. La politica risponde a questo con più spot e più campagna elettorale, ma evidentemente non basta per spostare voti. Infatti, Cost dimostra che i voti non si spostano e le tribù continuano a votare come avevano già deciso.

Nessun commento: