Il presidente Bush è tornato a parlare di Iraq per sostenere le tesi del generale Petraeus: stop al ritiro, mantenere 15 divisioni nel Paese e poi si vedrà. Nulla di nuovo e l'ennesimo tentativo di presentare la situazione come positiva. Come ha mostrato la rivolta sadrista (e una certa ripresa delle violenza) le cose vanno meno bene di quanto non si creda. C'è meno violenza sunnita, certo, perché dopo tre anni si è finalmente scelto di parlare con quelli a cui si è sparato addosso dal primo giorno. E poi c'è il reinserimento di una parte dei baathisti nell'esercito e nell'apparato dello Stato. Tutti elementi che hanno giovato molto più di “the surge". Frammenti del discorso di Bush sono su Cnn mentre le domande dei candidati presidente all'ambasciatore Crocker e al generale Petraeus si possono vedere su C-Span. Qui invece l'intervista del presidente al neocon Weekly standard di William Kristol.
10 aprile 2008
Bush e l'Iraq, un nuovo discorso (e un'intervista)
Pubblicato da America2008 alle 19:08
Etichette: bush, iraq, politica estera
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