9 aprile 2008

Caos democratico: Pelosi propone di rivedere il processo delle primarie (per il 2012)


L'impasse democratico e i vantaggi che il Grand Old Party rischia di ricavarne preoccupano le teste d'uovo del partito. Ed è già cominciata la discussione sulla prossima volta. Secondo la speaker della Camera bisogna ridurre in futuro il numero dei superdelegati per diminuire la loro influenza negli equilibri della convention democratica. "Credo che se diminuiamo il loro numero, ci assicuriamo che
tutti sappiamo sin dall'inizio che ruolo avranno, allora avremmo un processo più aperto" ha detto la democratica in un programma di Mtv registrato alla Georgetown university di Washington. "Forse dovremmo rivedere l'intero processo elettorale per le presidenziali, forse pensare a delle primarie regionali, trovare un modo più ordinato di svolgerle" ha aggiunto la Pelosi, riferendosi anche alla corsa degli stati ad anticipare il voto (che ha prodotto i guai di Florida e Michigan). A dire il vero l'intervento di Pelosi è anche un velato attacco alla campagna di Clinton e al ruolo che l'ex first lady spera di far svolgere ai superdelegati durante la convention. Dal canto suo, Hillary ha ripreso a battere sulla Florida, segno che i sondaggi degli ultimi giorni (meno vantaggio in Penn. e abisso di ritardo in N. Carolina) rischiano di far ridiventare nasty la campagna appena lasciata dal powerpointer Mark Penn.
Dopo il caos di quest'anno, il partito repubblicano ha già deciso (loro possono già pensare a queste cose): un comitato ha approvato un piano per far votare prima gli stati piccoli e poi quelli grandi per le primarie del 2012, con quelli grandi divisi in gruppi regionali che si alternerebbero nei calendari ogni quattro anni (se il Sud vota per primo una volta, la volta dopo vota il nord e il sud passa ultimo). I primi resterebbero Iowa, New Hampshire e South Carolina.

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