Il prossimo presidente degli Stati Uniti sarà costretto a diminuire il numero delle truppe in Iraq, facendo i conti con la realtà di un esercito che non può più continuare a sostenere questo tipo di impegno bellico. È questa la convinzione di Colin Powell, ex segretario di Stato di George Bush ed ex capo di Stato Maggiore ai tempi del padre. In un'intervista all'Abc ha assunto una posizione in netto contrasto con quella del senatore veterano John McCain. "Chiunque diventerà presidente il prossimo primo gennaio, dovrà fare i conti con una forza militare che non potrà continuare a sostenere 140mila uomini dispiegati in Iraq e 20mila, o 25mila, in Afghanistan, più le altre missioni" ha detto Powell proprio nel giorno in cui George Bush ha annunciato di sospendere a tempo indeterminato il ritiro. L'uomo mandato ad agitare le provette radioattive all'Onu ha comunque sostenuto la tesi del ritiro graduale e non,come chiedono i democratici, di un ritiro rapido. Quanto alle preferenze di voto, Powell ha detto di non sapere per chi voterà e di aver apprezzato la gestione della vicenda del reverendo Wright da parte di Barack Obama. E' probabile che Powell tenga il suo endorsement per l'eventuale corsa finale. Se si schierasse contro McCain per i repubblicani sarebbe un guaio vero.
10 aprile 2008
Il ritorno di Powell lontano da McCain, simpatizza per Obama
Pubblicato da America2008 alle 19:20
Etichette: afroamericani, iraq, politica estera, questione razziale
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