Hamas parla, come da tempo, con voci diverse. L'ala moderata, probabilmente maggioritaria tra la gente, tende a valutare positivamente il discorso. I governanti di Gaza, più duri, a dire che non è abbastanza, che Israele va condannato, l'Iraq abbandonato - come del resto Hezbollah. Un classico di ogni formazione politica estrema, che si tratti della sinistra, della destra o di religiosi. Serve sempre di più. A volte, naturalmente, delle ragioni per chiedere di più ci sono. In molti parlano di discorso storico (il portavoce del governo iracheno) e altri di discorso importante (il debole presidente Mahmoud Abbas). Dai vertici iraniani tiro ad alzo zero. Già prima del discorso Ahmadinejad era tornato a parlare di olocausto come di "grande inganno". Non esattamente lo spirito del mettersi il passato alle spalle invocato da Obama. E' di ieri la notizia che presto militari Usa andranno a Damasco a discutere di Iraq. Una cosa impensabile fino a sei mesi fa. Un segnale - timido, per carità - che non c'è solo la politica dei discorsi.
4 giugno 2009
Primissime reazioni al discorso
Pubblicato da America2008 alle 16:29
Etichette: cairo, Obama, politica estera
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