Ecco il pezzo che esce domani su Liberazione. Ci trovate una rassegna in pillole di molte cose pubblicate dai vari think-tank e centri studi. Dopo i risultati pubblicheremo anche i link alle cose più interessanti (ma mica parlano tutti inglese in Italia no?)
Un messaggio di capodanno nel quale si parlava della «Repubblica islamica dell’Iran». Poi il discorso del Cairo e i riferimenti al programma nucleare di Teheran e il riconoscimento del diritto a possedere l’energia atomica a scopo civile.
Il dialogo con i nemici era stato uno degli azzardi della campagna elettorale di Obama. Non è stato lo strumento vincente, ma neppure un autogol. E poi, nello staff originario del presidente ci credevano davvero. Per ristabilire la leadership americana, ma anche per risolvere problemi immediati in Iraq, Afghanistan e altrove. Tutti sapevano che, senza parlare con siriani ed iraniani non c’era stabilizzazione del Paese occupato nel 2003, normalizzazione libanese, dialogo tra palestinesi e israeliani. Teheran e Damasco non hanno abbastanza potere da cambiare tutto nell’area più intricata della Terra, ma possono giocare un ruolo importante. E lo sanno. (il pezzo continua qui)
11 giugno 2009
Le elezioni in Iran e il dialogo con gli Usa
Pubblicato da America2008 alle 19:58
Etichette: iran, Obama, politica estera
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