E visto che proviamo a dare ogni punto di vista possibile, ecco Tariq Ramadan dal suo sito. Tra le figure chiave del dialogo Islam-Occidente, Ramadan ha lavorato e lavora in diverse grandi università europee. Nipote del fondatore dei Fratelli musulmani, è nato in Svizzera dopo la fuga dall'Egitto della famiglia conseguente messa al bando dell'organizzazione politico religiosa. Il giorno prima del discorso di Obama al Cairo aveva diffuso un testo nel quale faceva il solito elenco di domande. Quello che, per dirla in maniera rozza, fanno, una volta per uno, i sostenitori di Israele e Palestina (Io sono pronto a..., ma loro sono pronti a...Io non faccio questo, se loro non...Puoi dire a tua madre, Per piacere di a tuo padre...). Non era così rozzo, ma naturalmente. Il testo successivo al discorso, Ramadan è più cauto nelle critiche ed entusiasta negli elogi. "Sia la scelta delle parole che la sostanza - scrive - sono importanti e nuovi". L'invito rivolto ai musulmani è quello di "prendere Obama in parola invece di assumere un'attitudine passiva o vittimista". La fine del noi e loro apre delle dinamiche interessanti nel mondo musulmano. Sarà difficile che le elezioni libanesi e iraniane facciano in tempo a registrare le novità, ma staremo comunque a vedere.
6 giugno 2009
Il Cairo, l'Islam e Ramadan
Pubblicato da America2008 alle 19:07
Etichette: cairo, Obama, politica estera, Tariq Ramadan
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