Riportiamo e ordiniamo qui i commenti registrati con i nostri amici di Facebook durante e subito dopo il discorso di Obama.
1. C'era tanta tanta America nel discorso. L'America come paese universale e paese della sintesi politica delle diversità (E Pluribus Unum); C'era tanta America "eccezionale" nell'impianto culturale del discorso (America paese universale, quindi futuro del mondo);
2. Obama è sempre nel merito delle questioni (i sette punti che ha toccato), anche con coraggio e fermezza politica: Iran, Hamas, Israele, stato palestinese.. Secondo lui l'Iran può aspirare legittimamente al nucleare civile (avrà un peso questo discorso nella campagna elettorale iraniana? chissà); ad Hamas, se volesse, è stata fornita una sponda per divenire un interlocutore politico; su Israele molte parole di amicizia ma fermezza nel dire che bisogna interrompere la politica degli insediamenti; sullo stato palestinese molta chiarezza;
3. Efficacia retorica obamiana doc: spiegare gli arabi agli americani e gli americani agli arabi, (nonché il punto di vista di Israele) come fece a Filadelfia spiegando ai bianchi la rabbia della comunità nera e ai neri la paura dei bianchi;
4. Sull'Afghanistan sempre lo stesso mantra: guerra buona vs guerra cattiva (l'Iraq);
5. finale a effetto con le tre citazioni da Talmud, Bibbia e Corano. Complimenti agli sceneggiatori, ma anche tanta sostanza.
Comunque tanta roba al fuoco, anche se i nostri media parleranno solo di "peace and love", mentre la politica c'era (e tutti i giorni c'è anche tanta real politik). "E' partita una lenta campagna elettorale globale per vincere il consenso ovunque nel mondo" (copyright Gianluca Baccanico). Adesso la complessità della politica e degli interessi si rimette giustamente in moto, ma un punto è stato segnato.
Il testo integrale del discorso: http://www.spiegel.de/international/world/0,1518,628538,00.html
1. C'era tanta tanta America nel discorso. L'America come paese universale e paese della sintesi politica delle diversità (E Pluribus Unum); C'era tanta America "eccezionale" nell'impianto culturale del discorso (America paese universale, quindi futuro del mondo);
2. Obama è sempre nel merito delle questioni (i sette punti che ha toccato), anche con coraggio e fermezza politica: Iran, Hamas, Israele, stato palestinese.. Secondo lui l'Iran può aspirare legittimamente al nucleare civile (avrà un peso questo discorso nella campagna elettorale iraniana? chissà); ad Hamas, se volesse, è stata fornita una sponda per divenire un interlocutore politico; su Israele molte parole di amicizia ma fermezza nel dire che bisogna interrompere la politica degli insediamenti; sullo stato palestinese molta chiarezza;
3. Efficacia retorica obamiana doc: spiegare gli arabi agli americani e gli americani agli arabi, (nonché il punto di vista di Israele) come fece a Filadelfia spiegando ai bianchi la rabbia della comunità nera e ai neri la paura dei bianchi;
4. Sull'Afghanistan sempre lo stesso mantra: guerra buona vs guerra cattiva (l'Iraq);
5. finale a effetto con le tre citazioni da Talmud, Bibbia e Corano. Complimenti agli sceneggiatori, ma anche tanta sostanza.
Comunque tanta roba al fuoco, anche se i nostri media parleranno solo di "peace and love", mentre la politica c'era (e tutti i giorni c'è anche tanta real politik). "E' partita una lenta campagna elettorale globale per vincere il consenso ovunque nel mondo" (copyright Gianluca Baccanico). Adesso la complessità della politica e degli interessi si rimette giustamente in moto, ma un punto è stato segnato.
Il testo integrale del discorso: http://www.spiegel.de/international/world/0,1518,628538,00.html
3 commenti:
Ottimo, da ampliare!
Esiste una traduzione in italiano del discorso?
non ancora, appena la trovo la carico
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