Che succede in Iran? E come mai, dopo che già altre volte l'ala riformista era stata battuta nell'urna, stavolta la risposta della piazza e di una parte dell'establishement è stata così dura. Una delle novità clamorose è stata la scelta di Khamenei, la Guida suprema della rivoluzione, di accogliere in fretta un risultato poco credibile. Con quella scelta e con il successivo passo indietro, l'ayatollah ha incrinato la sua presa sul potere.
Si tratta di una novità, a Teheran non c'è più una figura dal potere assoluto, super partes. In questo post sui nostri approfondimenti - frutto degli appunti presi a un convegno del Centro studi americani a Roma - si spiega cos'è che ha portato Khamenei in questa nuova posizione. In breve si tratta dell'alleanza con l'ala militare radicale del potere. L'equilibrio tra le vari fazioni e i poteri economici e corporativi di Teheran si sarebbe insomma rotto. Niente, ripetono tutti, sarà più com'era, il regime dovrà dare un ulteriore stretta autoritaria, oppure scegliere una lenta transizione riformatrice o ancora implodere. Mousavi, con la spinta che gli si è raccolta intorno, a prescindere dalla sua piattaforma politica, rappresenta l'ipotesi della transizione. Qui gli appunti dall'incontro di Roma al quale prendevano parte esperti, diplomatici e rappresentanti iraniani e israeliani. Questo il rapporto dell'International crisis group a cui si fa riferimento negli appunti (il titolo in sintesi è: su cosa vogliono trattare gli iraniani con gli Usa e quali condizioni pongono).
Tra le chiavi interessanti c'è quella del petrolio: Ahmadinejad e l'ala radicale hanno messo le mani sul ministero del petrolio dopo due tentativi bloccati dal Parlamento (che ratifica la nomina di quel solo ministero). Prima il più importante strumento dle potere economico era nelle mani di Rafsanjani. Ora l'ala politic radicale del regime non vuole perdere questo strumento di potere clientelare e Rafsanjani spinge per riprenderselo. Ecco l'articolo che parla di questo.
17 giugno 2009
Lo scontro di potere a Teheran come chiave di lettura
Pubblicato da America2008 alle 18:48
Etichette: amministrazione Obama, iran, politica estera
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