Il flip-flopping dei due candidati presidente, il loro cambiare posizione per guadagnare consensi che pensano di non avere, sta diventando una costante dei commenti sui media americani (ecco Newsweek e Paul Krugman sul NYT, che non ama Obama e paragona la sua svolta moderata a quella di Bill Clinton). Dalle tasse, alla ricerca del petrolio per McCain, dal finanziamento pubblico delle campagne al silenzio sulla sentenza della Corte costituzionale in materia di armi, per Obama. Il più grave e inaspettato (per quanto ci riguarda) è quello di Obama sul Fisa. Il senatore aveva condotto una battaglia contro e oggi annuncia un voto a favore in Senato. Su MyBarackObama.com, parte del sito dedicata ai visitatori che vogliono costruire far parte della community obamiana è in corso una piccola rivolta. Vota no, chiedono i sostenitri del senatore. Anche The Nation dedica un editoriale online alla faccenda. Interessante è il fatto che il senatore (o il suo staff) consentano il dissenso dentro al sito della campagna. Vedremo se arriverà anche qualche risposta credibile.
30 giugno 2008
Obama, la corsa al centro e la rivolta della comunità sul web
Pubblicato da America2008 alle 19:45
Etichette: agenda, Obama, politica estera
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