Barack Obama suscita grandi speranze nel mondo soprattutto, secondo il Pew Center, in Europa ed in Africa. Tra gli elettori USA, due fattori giocano a suo favore: il primo è che più il surge funziona in Iraq e più facile e più politicamente sostenibile è la sua posizione sul ritiro, come sostiene Charles Crain. Il secondo fattore è che i democratici vanno davvero forte e forse possono permettersi anche un candidato così "difficile": secondo E.J. Dionne, i sondaggi della Gallup dimostrano che anche se non dovesse convincere tutti gli elettori democratici ce la farebbe comunque, perché i repubblicani sono sotto il 30% e perché lui va bene tra gli indipendenti. I sondaggi in questa fase valgono poco, però già si comincia a pensare a chi saranno i suoi uomini: ecco le previsioni dell'Economist. Time ragiona sulla possibilità che si scelga un vice con background militare, tra i nomi spiccano Webb e Clark. Nel frattempo, il mondo è distratto dall'importante sentenza su Guantanamo e trascura un affare non da poco: le trattative con il governo Maliki per impiantare della basi USA permanenti in Iraq, di cui ci parla al-Jazeera. Chissà se il ritiro voluto da Obama riguarda anche questo...
13 giugno 2008
Nel mondo di Barack
Pubblicato da America2008 alle 14:14
Etichette: analisi del voto, Obama, politica estera
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento