Fondamentalmente, come ci spiega il Los Angeles Times, lo scontro tra Barack Obama e John McCain sull'economia è quello tra i sostenitori dell'intervento pubblico e i sostenitori del mercato. Ma su cosa sia, o cosa possa diventare effettivamente, la politica economica del candidato democratico ci sono opinioni molto diverse. Sul suo blog Tom DeLay, ex-capogruppo repubblicano e campione delle campagne anti-tasse degli anni '90, ci da un anticipo di cosa dirà la destra: Obama vuole tassare i capital gains e spremere chi guadagna più di 200.000 dollari l'anno, "che non vuol dire essere ricco". Dall'altro lato Naomi Klein ci mette in guardia da un'inversione ad U simile a quella che fece Clinton sul tema del libero commercio. Su un tema i due candidati sono apparentemente d'accordo: il riscaldamento globale. Ma, come ci spiega Slate, il Congresso a maggioranza democratica non riesce ad approvare neanche una blanda proposta per fare pagare alle aziende che inquinano. D'altronde basta leggersi quest'editoriale assai conservatore su Townhall: se non ci fossero di mezzo quegli imbelli di Washington il petrolio si potrebbe trovare scavando pozzi in Alaska o nel Golfo del Messico. E invece bisogna andare a pregare in ginocchio i sauditi.
15 giugno 2008
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