26 giugno 2008

Pena di morte e armi, quanto pesa la Corte Suprema

I 9 giudici hanno, nel giro di due giorni, emesso tre sentenze che hanno fatto notizia. Primo, hanno considerato che la pena di morte per lo stupro di un bambino è una pena eccessiva. Secondo, hanno ridotto la penale imposta alla Exxon per il disastro ambientale della Valdez in Alaska nel 1989. Terzo, notizia di oggi, ha sancito il diritto individuale a portare armi, cancellando la legge che a Washington, un tempo tra le città più pericolose d'America, limitava fortemente il possesso di pistole, cannoni e altri giocattoli. Due brutte sentenze e una, per quel che vale in un ambito così ristretto come quello delle sentenze capitali per un reato specifico (sono 2 i condannati a morte per la violenza su bambini), dignitosa. Armi e pena di morte sono tra gli ambiti nei quali, qualsiasi liberal europeo è destinato a rimanere deluso da qualsiasi candidato democratico. Obama compreso. Il senatore ha commentato negativamente la sentenza sulla pena di morte (“è l'ultima risorsa per i reati orrendi, come questo"), un brutto inizio, e ha mantenuto una linea equilibrista sulle armi da fuoco. In entrambi i casi ha il passato da senatore in Illinois da farsi perdonare, per modo di dire, dall'elettorato conservatore (e infatti i repubblicani gli hanno immediatamente dato addosso). E se vuole guadagnare gli swing states e andare oltre, su quei temi deve fare il moderato (detto in senso negativo). John Nichols, su The Nation, critica gli slalom di Obama ma, contemporaneamente fa un bagno di realismo: se vince lui, alla Corte Suprema andranno giudici (uno, due, dipende dalla salute) che emetteranno sentenze migliori sui terreni della morale religiosa, della pena di morte e delle armi. Che conseguenze politiche avrà la decisione? Ecco Cilizza sul Post. Per ricordare come la questione sia molto geografica e non necessariamente solo politica, va detto che Bloomberg, il sindaco ex repubblicano di New York è per il gun control e che la più importante campagna contro le armi porta il nome di Jim Brady un ex assistente di Reagan, ferito assieme al presidente nell'attentato del 1981.

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