Diverso per mille motivi, fin dai tempi delle Hawaii (ai quali risale questa foto). Sabato la Clinton annuncerà il suo appoggio a Obama (sul farlo venerdì ha cambiato idea: sono i 40 anni esatti dalla morte di Bob Kennedy, meglio non ricordarsi cosa ha detto in campagna elettorale su Kennedy e Obama..). Per ora la tenzone McCain - Obama parte dalla politica estera, da Israele e l'Iran. McCain, forse ispirato dall'ex-nemico Rove, punta a ripetere la campagna anti-Kerry del 2004. Sarà una campagna di grandi colpi bassi? Mentre Obama gioca a fare Bambi, il suo staff è pronto alla guerra sporca. Ma quello che va osservato e capito è il paese: se si riducesse la campagna al confronto tra l'usato sicuro McCain e il prodotto nuovo di zecca Obama sarebbe pura cecità. E' il paese che è già cambiato (altrimenti Obama non esisterebbe: mesi fa questo scenario era fantascienza), e Obama deve temere il richiamo ancestrale e antico della paura della razza e quello più recente dell'odio per i liberal, alimentato persino da Hillary Clinton per tenersi buona un pezzo di elettorato democratico. Ancora sulla paura dell'uomo nero, leggere questa interessante tavola rotonda di Salon sulla razza e le elezioni: ne parlano tre esperti di area democatica (Tom Schaller, Ruy Teixeira e Sean Wilentz).
5 giugno 2008
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