Su questo blog si è parlato più volte del fardello dell'uomo bianco che queste elezioni portano con sé: le primarie demo- cratiche hanno conosciuto una polarizzazione razziale che la Clinton e i suoi riassumono dicendo "i blue-collar bianchi che mi sostengono non voteranno Obama" . Qui e qui alcuni passaggi della campagna elettorale che avevamo segnalato sulla questione, qui altri interventi da Marco Polo Reviews of Books.
Paul Krugman (che non ama Obama) riprende la questioni sul New York Times. Come al solito capacità di sintesi e chiarezza: i "fondamentali" elettorali sono a favore dei democratici, per tre motivi:
Però anche Krugman ha paura dell'uomo nero: se non si occuperà tutto il tempo di economia, che interessa ai blue-collar americani in difficoltà e alla classe media bianca, Obama sarà destinato alla sconfitta. Paul Begala (un altro pro-Clinton) parlava l'altro giorno della "Dukakis Coalition" - perdente a novembre - che oggi sosterrebbe Obama. I clintoniani dovrebbero farla finita, prima che ci si trovi di fronte a una profezia che si autoavvera. Oppure siamo alla minaccia politica spicciola? In fondo, nel gruppo Clinton si cerca di contrattare con Obama la buona uscita dalle primarie: si tratta di soldi e posti di lavoro (a questo proposito leggi l'articolo da "From The Field").
Paul Krugman (che non ama Obama) riprende la questioni sul New York Times. Come al solito capacità di sintesi e chiarezza: i "fondamentali" elettorali sono a favore dei democratici, per tre motivi:
- l'economia: è la prima preoccupazione degli elettori (si premierà chi vuole cambiare);
- lo scontento per Bush è tale che il suo partito verrà punito;
- gli elettori si stancano del partito che sta otto anni al potere
Però anche Krugman ha paura dell'uomo nero: se non si occuperà tutto il tempo di economia, che interessa ai blue-collar americani in difficoltà e alla classe media bianca, Obama sarà destinato alla sconfitta. Paul Begala (un altro pro-Clinton) parlava l'altro giorno della "Dukakis Coalition" - perdente a novembre - che oggi sosterrebbe Obama. I clintoniani dovrebbero farla finita, prima che ci si trovi di fronte a una profezia che si autoavvera. Oppure siamo alla minaccia politica spicciola? In fondo, nel gruppo Clinton si cerca di contrattare con Obama la buona uscita dalle primarie: si tratta di soldi e posti di lavoro (a questo proposito leggi l'articolo da "From The Field").
Nessun commento:
Posta un commento