Quanto è stata messa sotto stress in questi anni la macchina militare statunitense? Non i poveri soldati in guerra, che hanno visto i loro turni prolungati e hanno combattutto in un ambiente ostile senza capirlo e senza che chi li comandava facesse qualcosa per migliorare la situazione politica sul terreno, ma la testa dell'esercito. Dopo il 2003, quasi ogni generale andato in pensione - e sono tanti - ha scritto, parlato, dichiarato, per protestare contr la conduzione della guerra irachena. Ci sono state prese di distanze esplicite, critiche dure contro il potere politico e accuse indirette contro colleghi che reggevano il gioco all'amministrazione Bush. Sarà per ristabilire un poco di calma e non invischiare l'apparato che comanda in una concione politica che si preannuncia durissima che, con un atto inusuale, il capo del Joint Chiefs Of Staff, Mike Mullen, ha preso carta e penna per scrivere ai suoi sottoposti chiedendo loro di non partecipare alla battaglia politica del prossimo autunno. Quello di Mullen è un gesto informale, ma è una novità. Ecco l'articolo dal New York Times.
26 maggio 2008
E il comandante disse: "Basta con la politica"
Pubblicato da America2008 alle 15:52
Etichette: politica estera
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