3 maggio 2008

Sondaggi, superdelegati, commenti: a tre giorni dal nuovo voto regna la confusione

Martedì si vota in Indiana e North Carolina, il risultato è diventato all'improvviso incerto e la corsa che tutti sperano finisca presto, rischia di trascinarsi ancora. Nello Stato del Sud Barack Obama mantiene un certo vantaggio nei sondaggi - la media di Real clear politics è +7, gli ultimi due, Zogby e Rasmussen sono a +9. Il senatore teme di non portare a casa un risultato clamoroso come quello che avrebbe ottenuto se il reverendo Wright avesse tenuto la bocca chiusa. Una vittoria in stile South Carolina, con il pacchetto di delegati in più che regalerebbe, potrebbe consentire a Obama di perdere di misura l'Indiana senza troppi danni. Ma l'effetto Wright - che sembra davvero aver voluto fare uno scherzaccio alla sua ex pecorella convertita - c'è ed è pesante (Weekly standard e i media filo repubblicani ci si buttano a capofitto). Specie tra la solita schiera di colletti blu semi conservatori che storcono il naso all'idea di votare per un afroamericano. In Indiana le cose si sono complicate ancor di più: la media RCP è Clinton a +6, dopo che per due settimane i due candidati erano alla pari. L'ultimo Zogby assegna però un punto di vantaggio a Obama. Torneremo domani sulle dinamiche socioeconomiche dei due Stati. Il paradosso di questa corsa è che, mentre il vento soffia verso Hillary, i superdelegati, che fino ad oggi hanno taciuto, scelgono Obama con sempre maggior frequenza: la volontà è quella di chiudere il capitolo primarie adesso. Nell'ultima settimana il senatore ha ottenuto il sostegno di due ex capi del Democratic national committee Joe Andrew (dell'Indiana, passato da Clinton a lui) e Paul G. Kirk, colmando il ritardo sul terreno superdelegates. Oltre alla controversia sul reverendo Wright, di cui sono pieni i media (un'analisi di come ha condizionato i sondaggi), l'altro tema di scontro è la proposta McCain/Clinton di detassare la benzina per le vacanze. Una classica berlusconata, tutti, dagli economisti alla politica di entrambi i partiti l'hanno giudicata una sciocchezza (un commento del Washington post e un'analisi di Slate), ma è la classica proposta quattro soldi in tasca da domani e potrebbe pagare. Sulla bipartisanship della proposta e sulla sua inutilità Obama ha mandato in onda più di uno spot. E per finire questo lungo post riassuntivo, una lunga analisi di The Nation sulla centralità di razza e genere nelle primarie democratiche e un commento molto duro di Michael Tomasky, direttore dell'edizione americana del Guardian sulla campagna di Hillary Clinton che, a detta dell'editorialista, sta usando tutti gli arnesi peggiori della destra repubblicana pur di vincere la partita.

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