9 maggio 2008

E' aperto il safari, la preda sono i voti dei reagan democrats


Hillary Clinton proprio non vuole farsi da parte. Stamane la sua campagna ha mandato in giro una lettera di Bill che spiega che la corsa non è finita ("fino a quando non hanno votato tutti") e chiede un contributo finanziario. Ieri in West Virginia l'ex first lady ha ribadito il suo tormentone: i bianchi sono con me. Per dare la caccia al loro voto Hillary ha assunto posizioni che il liberal The New Republic definisce populismo conservatore. Non un buon servizio al suo partito. Sulla necessità di raccogliere quel voto, di strapparlo al partito avversario è tornato Pat Buchanan, già uomo dell'amministrazione Reagan, candidato alle primarie contor Bush padre e conservatore coi fiocchi. Oggi fa il commentatore e in quest'articolo spiega a McCain che se non strappa i voti di quelli che hanno scelto Clinton in Ohio, e in qualche altro Stato, non va da nessuna parte. Buchanan sembra pensare che il compito sarà duro anche per Obama, solo un po' meno. Dopo il buon vecchio caro Newt Gingrich, ora Buchanan. Gli ultimi eroi della rivoluzione conservatrice sono preoccupati. E. J. Dionne, sul Washington Post, segnala che la vittoria di Cazayoux in Louisiana, dove i repubblicani hanno condotto una campagna che collegava Obama e Pelosi al bianco e moderato candidato democratico, è un segnale di dove soffia il vento. E aggiungiamo noi, che ha ragione Gingrich quando dice che non è a colpi di Hussein Osama, Hamas e fango che il G.O.P. può sperare di vincere le elezioni.

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