Le ultime elezioni suppletive non depongono bene per i repubblicani: i democratici ora sfondano anche nel sud profondo dove una volta Bush vinceva a man bassa. Ma l'affluenza delle suppletive non è mai quella delle elezioni vere anche se la crisi del partito repubblicano è oramai oggetto di dibattito interno come ci spiega l'edizione sudafricana del Guardian. Una linea preferisce puntare sugli elementi di novità della piattaforma di McCain come i punti sull'immigrazione e l'ambiente, ed è ben descritta dal Los Angeles Times. Il San Francisco Chronicle racconta delle idee del governatore della California Schwarzenegger su come ridisegnare il profilo dle partito. Inseguiamoli sul loro terreno sembra dire Arnold. E' vero che McCain non è un neocon ed è altrettano vero che non è il repubblicano standard, ma un conto è vincere in California parlando di ambiente e assicurazione sanitaria per tutti (come ha fatto l'ex attore), un conto è portare a casa gli Stati conservatori: i due vincitori sui generis sono Schwarzy e Bloomberg, Sacramento e New York. L'altra linea di condotta repubblicana per provare a vincere fa perno sull'attuale amministrazione Bush e parte dall'idea che un attacco all'Iran spariglierebbe di parecchio le carte della campagna permettendo all'attuale presidente di consegnare, è questa l'idea di Cheney, un'idea diversa di sè ai libri di storia. I piani sono usciti sulla stampa israeliana già da un po', eccone la descrizione sul sito Debkafile.
18 maggio 2008
I repubblicani al bivio
Pubblicato da America2008 alle 12:17
Etichette: guerre, partito repubblicano, politica estera
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